Guillaume Apollinaire

apollinaire

Il ponte Mirabeau

Sotto Pont Mirabeau la Senna va
E i nostri amori potrò mai scordarlo
C’era sempre la gioia dopo ogni affanno

Venga la notte suoni l’ora
I giorni vanno io non ancora

Le mani nelle mani restiamo faccia a faccia
E sotto il ponte delle nostre braccia
Stanca degli eterni sguardi l’onda passa

Venga la notte suoni l’ora
I giorni vanno io non ancora

L’amore va come quell’acqua fugge
L’amore va come la vita è lenta
E come la speranza è violenta

Venga la notte suoni l’ora
I giorni vanno io non ancora

Passano i giorni e poi le settimane
Ma non tornano amori né passato
Sotto Pont Mirabeau la Senna va

Venga la notte suoni l’ora
I giorni vanno io non ancora

 

*

 

Sous le pont Mirabeau coule la Seine
Et nos amours
Faut-il qu’il m’en souvienne
La joie venait toujours après la peine

Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure

Les mains dans les mains restons face à face
Tandis que sous
Le pont de nos bras passe
Des éternels regards l’onde si lasse

Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure

L’amour s’en va comme cette eau courante
L’amour s’en va
Comme la vie est lente
Et comme l’Espérance est violente

Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure

Passent les jours et passent les semaines
Ni temps passait
Ni les amours reviennent
Sous le pont Mirabeau coule la Seine

Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure

Il musicante di Saint-Merry (Einaudi, 1981), trad. it. Vittorio Sereni

Vittorio Sereni


Le sei del mattino

Tutto, si sa, la morte dissigilla.
E infatti, tornavo,
malchiusa era la porta
appena accostato il battente.
E spento infatti ero da poco,
disfatto in poche ore.
Ma quello vidi che certo
non vedono i defunti:
la casa visitata dalla mia fresca morte,
solo un poco smarrita
calda ancora di me che più non ero,
spezzata la sbarra
inane il chiavistello
e grande un’aria e popolosa attorno
a me piccino nella morte,
i corsi l’uno dopo l’altro desti
di Milano dentro tutto quel vento.

 

Poesie e prose (Mondadori, 2013)

Vittorio Sereni


Gli squali

Di noi che cosa fugge sul filo della corrente?
Oh, di noi una storia che non ebbe un seguito
stracci di luce, smorti volti, sperse
lampàre che un attimo ravviva
e lo sbrecciato cappello di paglia
che questa ultima estate ci abbandona.
Le nostre estati, lo vedi,
memoria che ancora hai desideri:
in te l’arco si tende dalla marina
ma non vola la punta più al mio cuore.
Odi nel mezzo sonno l’eguale
veglia del mare e dietro quella
certe voci di festa.

E presto delusi dalla preda
gli squali che laggiù solcano il golfo
presto tra loro si faranno a brani.

 

Tutte le poesie (Mondadori, 1995)

Vittorio Sereni


In me il tuo ricordo

In me il tuo ricordo è un fruscio
solo di velocipedi che vanno
quietamente là dove l’altezza
del meriggio discende
al più fiammante vespero
tra cancelli e case
e sospirosi declivi
di finestre riaperte sull’estate.
Solo, di me, distante
dura un lamento di treni,
d’anime che se ne vanno.

E là leggera te ne vai sul vento,
ti perdi nella sera.

 

Poesie e prose (Mondadori, 2013)

 

Vittorio Sereni

vittorio sereni

 

Interno

Basta con le botte basta. All’aperto
per tutto un pomeriggio ci siamo malmenati.
Finisca in parità.
Le colline si coprono di vento. Altri già
battagliano là fuori, la parola
è alle giovani frasche avventatisi ai vetri
alle eriche alle salvie in ondate
sempre più folte e torbide,
presto una sola deriva.
Questo sarebbe la pace? Stringersi
a un fuoco di legna
al gusto morente del pane alla
trasparenza del vino
dove pensosamente si rinfocola
il giorno da poco andato giù
dalle rupi col grido dei pianori
nel vello dei dirupi nel velluto
delle false distanze fin che ci piglia il sonno?

 

Tutte le poesie (Mondadori, 1994)