Venezia
Avevano tentato coi palloni,
l’avevano appesa a enormi tiranti,
provato a sostenerla
con sgraziate strutture d’acciaio.
Ma nulla, Venezia affondava,
più niente da fare,
Venezia affogava
nel mare melmoso,
piccola, rattrappita,
sommersa da un peso più grande di sé.
Più radi si fecero
lo scalpiccìo dei passanti,
il tramenìo dei turisti,
i traffici, i commerci.
Già i banchi nuotavano,
il mare lavava i marmi,
lambiva gli affreschi
e in un giorno di nuvole e piogge
Venezia fu lasciata anche dagli ultimi,
fu lasciata vuota e sola.
Nessuno calcò più le calli,
il mare nei campi
si fece silenzioso lago.
E al venir della notte,
quando nemmeno la luna
volle in lei più specchiarsi,
come svegliandosi, senza fatica,
Venezia si volse
verso la sua laguna
e senza il più piccolo scricchiolìo
si tolse all’abbraccio del mare
e volò via,
schivò i satelliti-spia,
piegò verso Sirio
poi a destra
in pochi secondi
scomparve alla vista.
Elenco di cose reali (Valigie Rosse, 2018)
Foto di Dino Ignani