Edna St. Vincent Millay


Sweet love, sweet thorn, when lightly to my heart
I took your thrust, whereby I since am slain,
And lie disheveled in the grass apart,
A sodden thing bedrenched by tears and rain,
While rainy evening drips to misty night,
And misty night to cloudy morning clears,
And clouds disperse across the gathering light,
And birds grow noisy, and the sun appears—
Had I bethought me then, sweet love, sweet thorn,
How sharp an anguish even at the best,
When all’s requited and the future sworn,
The happy hour can leave within the breast,
I had not so come running at the call
Of one who loves me little, if at all.

*

O dolce amore, dolce spina, quando
da te fui punta al cuore, piano, e uccisa,
per giacere nell’erba abbandonata,
povera cosa fradicia di lacrime
e di pioggia nel pianto della sera,
dalle notturne brume al grigio giorno
che disperde le nubi nella luce
fra il canto degli uccelli al nuovo sole –
se avessi, dolce amore, dolce spina,
pensato allora quale acuta angoscia,
anche se ti compensa il giuramento,
l’ora felice può lasciare in seno,
non sarei corsa cosí pronta al cenno
di chi in fondo m’amava cosí poco.

L’amore non è cieco (Crocetti, 1991), trad. it. Silvio Raffo

Silvio Raffo

Foto di Dino Ignani

 

a volte un volto occhieggia nella notte,
una forma tra umana ed animale –
con modi ambigui e frasi d’occasione
una tregua propone a basso prezzo,
a garanzia della liberazione –
non scendo a patti mai, benché lo strazio
raddoppi nel mio gioco innaturale

Il taccuino del recluso (Interno Poesia Editore, 2021)

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Silvio Raffo

 

 

 

 

 

 

 

 

C’era una volta una cucina, un grato
sentore di carbone e pan tostato
Una scala saliva all’abbaino:
se il bimbo s’affacciava all’ammezzato,
la vecchia non smetteva di cucire
e al suo regno di spilli lo invitava
La mamma era partita dal mattino
ma nella casa ancora risuonava
l’eco della sua voce all’imbrunire

 

Io sempre a te ritorno – Poesie per la madre (Crocetti, 2001)