Interno Poesia a Più libri più liberi 2022

Care lettrici e cari lettori,

dal 7 all’11 dicembre vi aspettiamo a Più libri più liberi, al centro congressi La Nuvola di Roma, con il nostro catalogo, le novità editoriali e le shopper di Interno Poesia.

Dove trovarci? STAND E04

I nostri 5 incontri in programma:

Giovedì 8 dicembre, ore 11:00 – Sala Giove
“Er Corvaccio e li morti” di Graziano Graziani
Presentano l’autore e Maria Grazia Calandrone
Link evento: http://plpl.it/…/la-poesia-in-romanesco-di-graziano…
Link libro: internopoesialibri.com/libro/er-corvaccio-e-li-morti

Giovedì 8 dicembre, ore 14:30 – Sala Nettuno
“I bambini” di Giovanna Zoboli
Presentano l’autrice e Matteo Pelliti
Link evento: plpl.it/event/i-bambini
Link libro: internopoesialibri.com/libro/i-bambini

Venerdì 9 dicembre, ore 14:30 – Sala Venere
“La distruzione dell’amore” di Anna Segre
Presentano l’autrice, John Vignola e Evelina Meghnagi
Link evento: plpl.it/event/la-distruzione-dellamore
Link libro: internopoesialibri.com/libro/la-distruzione-dellamore

Domenica 11 dicembre, ore 12:00 – Sala Giove
“D’amore” di Beatrice Zerbini
Presentano l’autrice e Filippo Golia
Link evento: plpl.it/event/damore
Link libro: internopoesialibri.com/libro/damore

Domenica 11 dicembre, ore 14:30 – Sala Nettuno
“Il pensiero perverso” di Ottiero Ottieri
Presentano Edoardo Albinati e Demetrio Marra
Link evento: plpl.it/event/il-pensiero-perverso
internopoesialibri.com/libro/il-pensiero-perverso


A presto, dal vivo ❤️


P.S.: Le pubblicazioni del blog riprenderanno dopo la fiera romana con la classifica delle poesie più lette dell’anno.

Interno Poesia a Più libri più liberi

Care lettrici e cari lettori,
dal 4 all’8 dicembre vi aspettiamo a “Più libri più liberi”, la fiera della piccola e media editoria, al Centro Congressi “La Nuvola” di Roma, con il nostro catalogo, le novità editoriali, le magliette e le borse di Interno Poesia, le autrici e gli autori della casa editrice.

Dove trovarci? Stand D01

Domenica 5 dicembre, ore 17:30 – Sala Giove, presenteremo “Cuore” di Beppe Salvia con Sabrina Stroppa e Arnaldo Colasanti. Link: plpl.it/event/cuore

A presto, dal vivo ❤️

Pier Paolo Pasolini


Il pianto della scavatrice

I

Solo l’amare, solo il conoscere
conta, non l’aver amato,
non l’aver conosciuto. Dà angoscia

il vivere di un consumato
amore. L’anima non cresce più.
Ecco nel calore incantato

della notte che piena quaggiù
tra le curve del fiume e le sopite
visioni della città sparsa di luci,

scheggia ancora di mille vite,
disamore, mistero, e miseria
dei sensi, mi rendono nemiche

le forme del mondo, che fino a ieri
erano la mia ragione d’esistere.
Annoiato, stanco, rincaso, per neri

piazzali di mercati, tristi
strade intorno al porto fluviale,
tra le baracche e i magazzini misti

agli ultimi prati. Lì mortale
è il silenzio: ma giù, a viale Marconi,
alla stazione di Trastevere, appare

ancora dolce la sera. Ai loro rioni,
alle loro borgate, tornano su motori
leggeri – in tuta o coi calzoni

di lavoro, ma spinti da un festivo ardore
i giovani, coi compagni sui sellini,
ridenti, sporchi. Gli ultimi avventori

chiacchierano in piedi con voci
alte nella notte, qua e là, ai tavolini
dei locali ancora lucenti e semivuoti.

Stupenda e misera città,
che m’hai insegnato ciò che allegri e
feroci
gli uomini imparano bambini,

le piccole cose in cui la grandezza
della vita in pace si scopre, come
andare duri e pronti nella ressa

delle strade, rivolgersi a un altro uomo
senza tremare, non vergognarsi
di guardare il denaro contato

con pigre dita dal fattorino
che suda contro le facciate in corsa
in un colore eterno d’estate;

a difendermi, a offendere, ad avere
il mondo davanti agli occhi e non
soltanto in cuore, a capire

che pochi conoscono le passioni
in cui io sono vissuto:
che non mi sono fraterni, eppure sono

fratelli proprio nell’avere
passioni di uomini
che allegri, inconsci, interi

vivono di esperienze
ignote a me. Stupenda e misera
città che mi hai fatto fare

esperienza di quella vita
ignota: fino a farmi scoprire
ciò che, in ognuno, era il mondo.

Una luna morente nel silenzio,
che di lei vive, sbianca tra violenti
ardori, che miseramente sulla terra

muta di vita, coi bei viali, le vecchie
viuzze, senza dar luce abbagliano
e, in tutto il mondo, le riflette

lassù, un po’ di calda nuvolaglia.
È la notte più bella dell’estate.
Trastevere, in un odore di paglia

di vecchie stalle, di svuotate
osterie, non dorme ancora.
Gli angoli bui, le pareti placide

risuonano d’incantati rumori.
Uomini e ragazzi se ne tornano a casa
– sotto festoni di luci ormai sole –

verso i loro vicoli, che intasano
buio e immondizia, con quel passo blando
da cui più l’anima era invasa

quando veramente amavo, quando
veramente volevo capire.
E, come allora, scompaiono cantando.

 

Le ceneri di Gramsci (Garzanti, 2015)

Gabriella Sica

gabriella sica

 

Campo de’ fiori

a Czesław Miłosz

Sono tornata a Campo de’ fiori
un mattino di maggio
era uno dei luoghi più belli di Roma
dove tornare sempre con gioia
come nei bar e nei mercati all’aperto
brillanti dei rasi colori
dove a festa vanno occhi e cuori.
Andate, andate a vedere
a piangere il tempo che passa.

Noi giardinieri così impoveriti
non abbiamo più a primavera i fiori.

Il tempo ha logorato Campo de’ fiori
non i roghi ma solo i mesi e gli anni
appena due o tre forse,
il tempo per qualcuno dei fiori
sparito,
ha rapito fragranza linfa e colori
alla piazza marcita
volgare di misere finte erbacce
e fetori finti.

Siamo a primavera senza più i fiori
noi ancora giardinieri dell’umano.

 

Cara Europa che ci guardi (1915-2015), Cooper, 2015

© Foto di Dino Ignani