Nguyen Chí Trung


You come, you have lost your suffering
To distant currents of time, to grief of years
And me, I am writhing by making love
With all that was and is, now far away

*

Tu che vieni, hai perduto ogni tua sofferenza
In distanti correnti del tempo, nel dolore degli anni
E io, io mi sto contorcendo facendo l’amore
Con tutto ciò che era ed è, ora molto lontano

 

Elegie al Futuro Poesia (Interno Poesia, 2018), trad. di Filomena Ciavarella

Ocean Vuong


Someday I’ll Love Ocean Vuong

Ocean, don’t be afraid.
The end of the road is so far ahead
it is already behind us.
Don’t worry. Your father is only your father
until one of you forgets. Like how the spine
won’t remember its wings
no matter how many times our knees
kiss the pavement. Ocean,
are you listening? The most beautiful part
of your body is wherever
your mother’s shadow falls.
Here’s the house with childhood
whittled down to a single red trip wire.
Don’t worry. Just call it horizon
& you’ll never reach it.
Here’s today. Jump. I promise it’s not
a lifeboat. Here’s the man
whose arms are wide enough to gather
your leaving. & here the moment,
just after the lights go out, when you can still see
the faint torch between his legs.
How you use it again & again
to find your own hands.
You asked for a second chance
& are given a mouth to empty out of.
Don’t be afraid, the gun re
is only the sound of people
trying to live a little longer
& failing. Ocean. Ocean—
get up. The most beautiful part of your body
is where it’s headed. & remember,
loneliness is still time spent
with the world. Here’s
the room with everyone in it.
Your dead friends passing
through you like wind
through a wind chime. Here’s a desk
with the gimp leg & a brick
to make it last. Yes, here’s a room
so warm & blood-close,
I swear, you will wake—
& mistake these walls
for skin.

*

Un giorno amerò Ocean Vuong

Ocean, non avere paura.
La fine della strada è tanto distante
che è già alle nostre spalle.
Niente paura. Tuo padre è tuo padre soltanto
finché uno di voi non se ne dimentica. Come le vertebre
non si ricorderanno le proprie ali
a dispetto di tutte le volte che le tue ginocchia
baceranno il lastrico. Ocean,
mi ascolti? La parte più bella
del tuo corpo è ovunque
si proietta l’ombra di tua madre.
Ecco la casa con l’infanzia
ridotta a un unico cavetto rosso, innesco di mina.
Niente paura. Basta che lo chiami orizzonte
& non lo raggiungerai mai.
Ecco l’oggi. Salta. Ti garantisco non è
una scialuppa di salvataggio. Ecco l’uomo
dalle braccia ampie abbastanza da accogliere
il tuo andartene. & ecco l’attimo
subito dopo spente le luci, in cui ancora scorgi
la flebile fiaccola tra le sue gambe.
E come la usi, ripetutamente,
per ritrovare le tue mani.
Hai chiesto un’altra chance
& ti viene concessa una bocca da cui svuotarti.
Non avere paura, gli spari
sono solo il rumore di gente
che cerca di vivere un po’ più a lungo
& non ce la fa. Ocean. Ocean –
alzati. La parte più bella del tuo corpo
è il luogo verso cui si dirige. & ricorda,
la solitudine è comunque tempo trascorso
insieme al mondo. Ecco
la stanza in cui ci sono tutti.
Gli amici morti che ti
attraversano come il vento
che soffia a tra i sonagli a vento. Ecco una scrivania
con la gamba zoppa & un mattone
per farla durare. Sì, ecco una stanza
così calda & vicina al sangue
che giuro, ti sveglierai –
& crederai che questi muri
siano pelle.

 

Cielo notturno con fori d’uscita (La nave di Teseo, 2017), trad. it. Damiano Abeni, Moira Egan

Nguyen Chi Trung

chitrunginternopoesia

 

Venti dei brevi e dei lunghi istanti
che cambiano la vita, che non si fa
riempire fino all’orlo. Con che cosa?
Non col nulla.
Come una noce di cocco seccata
su una spiaggia arsa,
è lì l’esistenza, semplicemente.
La nostra mente possiede un debito
da cui non può essere liberata.
Lasciamo cuore e intelletto
svanire in cenere e carbone,
con la dovuta devozione.

 

Venti (Samuele Editore, 2014) trad. it. A. Lombardo