Tiziano Scarpa


Poesia scritta dalle parole #11

La disfatta non è morire
ma avere sprecato la vita.
Noi parole conosciamo due modi
per contrastare la disfatta.

Il primo è predisporre l’esecuzione perfetta,
preparata accuratamente in disparte
per essere messa in atto una volta,
una volta sola.
Ne sono buoni esempi
la ginnastica artistica,
il pattinaggio su ghiaccio.
In un minuto di gara ci si gioca
anni di allenamento.
Non ne sono buoni esempi
questi versi.

L’altro modo è accumulare tentativi
pubblici, ufficiali, documentati.
Una marea di esecuzioni sghembe
che, per la legge dei grandi numeri,
ogni tanto può produrre qualche apice,
un gesto venuto bene,
un talismano da imparare a memoria.

(in fin dei conti Shakespeare e Picasso
hanno prodotto una grande quantità di
roba così così,
e un sacco di giornate di Francesco d’Assisi
non sono state considerate degne
di essere raccontate)

Potrai sempre dire di essere stato
la parte mediocre di un grand’uomo.

 

Le nuvole e i soldi (Einaudi, 2018)

Tiziano Scarpa


Poesia scritta dalle parole #9

Non sei credibile
perché sei maschio.

Làsciatelo dire da noi parole
che in italiano infatti siamo femmine
la nostra desinenza è femminile.

(tra l’altro, è indicativo
che il sesso delle parole stia alla fine,
sulle estremità. Sarebbe come avere
cazzi e vagine aperte
sulle mani, sui piedi,
invece che protette fra le cosce
di due sillabe interne,
per esempio lamApad,
sofOfitt, temApest,
oppure sul cocuzzolo
Ofuoc, Aguerr, Efulmin, Odisastr)

Qualunque cosa dici
sei maschio quindi porco
puerile irresponsabile
ambizioso narciso.
E anche se soffri sarà sempre meno
della sofferenza femminile
che infatti è femminile.

Se il dolore è maschile
è perché è inferto dai maschi.

Lascia che siamo noi a rappresentarti,
a farti da avvocate.
Ogni riga è un processo
intentato da noi nei tuoi confronti
e questo ti conviene
perché mostrarti accusato
ti procura indulgenza
se non proprio una vera assoluzione.

 

Le nuvole e i soldi (Einaudi, 2018)