Stefano Simoncelli

Ph. Daniele Ferroni

Ogni tanto, specialmente all’alba,
si presenta un distinto signore
con un cappello di feltro

a falde larghe, sciarpa nera di seta
su uno sdrucito cappotto di cammello
forse di ritorno da una bisca o un funerale

e che rimane sempre lì, davanti al cancello,
come se non trovasse il coraggio di entrare.
“Babbo… babbo” mi sento che farfuglio

andandogli incontro nell’attimo esatto
in cui mi volta le spalle, dà un calcio
di sinistro alla ghiaia e scompare.

Sotto falso nome (Pequod, 2023)

Guido Mattia Gallerani


Le Amazzoni

Nell’arcipelago delle isole azzurre
abitavano sogni acuminati di spade
le seguaci di Atalanta
dalle grandi caviglie, esperte nella corsa
e nel getto della lancia.

Seminando parimenti amori e disgrazie
sbarcavano dalle fuste e dagli sciabecchi
sulle canoe di pescatori e villeggianti
entrando per secoli negli occhi
degli uomini evirati dai dardi.
Si procacciarono il vivere
infilandosi tra le montagne
e lassù, nascoste nella pace
ottenuta col terrore,
distese consumavano
gemme e bacche, nuotando
come sorelle delle nebbie
ai fianchi del lago.

Dall’acqua fluorescente,
figlie verdi delle alghe,
emergevano scolpite dalle lotte
e col seno marchiato dal ferro, infuocato
da un orgoglio doloroso e fiero
incitavano le altre ad uccidere
chi fosse stato incapace di amarle.

 

I popoli scomparsi (peQuod, 2020)

Semen Chanin

non hai modo di sintonizzare, regolare
come una vecchia radio, lo specchio
sosti sovrappensiero in corridoio
tra l’appendiabiti e le scarpe

in passato mostrava, restituiva
immagini a colori con l’angolo scheggiato
mangiava le parole con un forte accento
sibilava senza pietà

non emette fruscii, non ronza, non si decide
non trasmette un bel nulla
accostandoti allo specchio assonnato
eccolo che ti guarda all’improvviso

mi chiedo se sia il caso di stupirsi
dei ricami uniformi del bucato
sembra che abbiano dimenticato
di stendere i panni alla finestra

*

не переключиться никак, не настроиться
словно старое радио, зеркало
в коридоре стоишь растерянно
рядом с вешалкой и ботинками

оно раньше показывало, передавало
цветные картинки с отбитым краем
проглатывало слова с акцентом
шипело немилосердно

не шуршит, не фонит, не телится
не транслирует ничего
проходя мимо зеркала сонного
как оно вдруг глядит на тебя

ну так стоит ли удивляться
однообразным узорам
похоже, забыли вывесить
подсушить за окно одеяло

Sessione di ipnosi (Pequod, 2020), trad. it. Elisa Baglioni