Paolo Parrini

foto fatta al Festival della Letteratura Verde 2022

Sono nato tra i tetti e le grondaie
e le voci che chiamavano da sotto
erano gli amici e gli ultimi arrotini.
Per casa avevo stanze strane
intagliate fra spigoli e ritorni,
sui mattoni la calce viva
si era consumata come una candela stanca.
Ogni volta che pioveva era una festa
perché il sole troppo mi feriva
l’occhio, abitavo zone d’ombra
e scale irte fino al cielo.
Lassù in alto, al quarto piano,
arrivavi trafelato e sul terrazzo,
da lontano, per un istante eri padrone
il battito del cuore tra le dita
infinita quiete, esserci in quell’ora.

Quinto tempo (Samuele editore, 2023)