Mo Mo

Lunghissimo balletto

Le foglie nell’aria mettono in scena
un intero balletto
faccio la doccia sotto la luna
tocco nei impercettibili
proprio come la luna, la luna ora è proprio luna
luna piuttosto aristocratica, aria piuttosto aristocratica
tutto il mio corpo è lacrime
singhiozzante notte, stanotte sei lontana
i tuoi lunghi capelli davanti al ventilatore
danzano spietati per uno specchio sconosciuto
la casa è sulla terra
la casa è canto funebre nel balletto
la casa del mio corpo è tutta lacrime
come vorrei tornare al torrente montano
agitare leggero il ventaglio di piume,
aspettando che si schiudano i fiori di pero
è così lunga l’estate

 

Nuovi poeti cinesi (Einaudi, 1996)

Mo Fei

Quel grano saraceno pieno d’argento sulla montagna
si distende e si ritira nel vento
senza poter dimenticare
le corna del bue che girano e ritornano
i ricordi d’erba verde gettati ovunque
l’aratro che fluttua su una terra d’ardesia

Si attende una pioggia
nell’attesa si possono spendere anni

Sul pendio il grano si arrossa
e invano cerca di sopraffare un boschetto
ritarda l’arrivo delle stagioni
andando alla cieca bambini aprono porte
per alzare di notte con me
la stessa lampada

 

Nuovi poeti cinesi (Einaudi, 1996), a cura di C. Pozzana, A. Russo

Shu Ting

Il muro

Non ho modo di resistere al muro
ho solo il desiderio di resistergli.

Cosa sono io?
Lui cos’è? Forse è lui
la mia pelle che pian piano invecchia
insensibile alla pioggia e al vento
come insensibile al profumo dei fiori,
o forse anche,
io sono solo un ciuffo di piantaggine
che decora le sue crepe fangose,
io sono il caso, lui la necessità.

Di notte, il muro si anima,
stende i suoi molli tentacoli,
mi stringe, mi soffoca,
mi adegua a ogni forma.
Spaventata corro in strada,
e scopro che lo stesso incubo
è legato al tallone d’ogni uomo.
Sguardi orribili,
muri di ghiaccio.
Ah, ho capito,
ciò cui devo resistere anzitutto è:
un compromesso col muro,
e l’insicurezza di fronte a questo mondo.

 

 

Nuovi poeti cinesi (Einaudi, 1996), trad. it. C. Pozzana, A. Russo

Yan Li

yan li

Canzone dell’eroe

Tutti i pericoli di fronte a lui non possono diventare la sua tomba
ed è un caso che ciò non possa diventare satira.
Continua a vivere anche perché i suoi genitori sono ancora giovani.
Il cimitero che egli elogia irritato dalla società
oggi accerchia il suo letto.
Vorrebbe toccare perfino il mezzogiorno.
È così che si strangolano gli incubi
ma il suo ruggito continua a sbattere sul muro
e appena la sua finestra apre bocca
ecco che
tutti i mobili vengono sputati fuori da questa casa.
Ama così intensamente questa società da non volere muri.
Tutte le tombe di fronte a lui non possono costituire un pericolo
non può che disperarsi
ha sopportato giorni fin troppo pacifici a oltre cento miglia all’ora
non fa più in tempo a frenare
i suoi occhi irritati dalla tempesta si chiudono.
Nell’oscurità del realismo
ha visto nell’incubo una fila di insonni impiccati ai tralicci
ha deciso di erigere una stele alle decine di nazioni mano nella mano
unite ai piedi del denaro
sente di non aver più bisogno di mettersi le scarpe
perché a bordo del suo letto può raggiungere i confini di cielo e mare.

 

Nuovi poeti cinesi (Einaudi, 1996), a cura di C. Pozzana

Xiao Kaiyu

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Domenica pomeriggio

I bambini lasciati i grandi salgono sulla funivia,
la carrozza scivola veloce, strillano con voci acute,
i loro insulti volano allegramente verso gli adulti, volano verso
il solido portone che difende l’emozionante gioco.

La moglie vestita alla moda siede accanto al giovane marito,
ignara che lui cammina circospetto
sull’acqua, lui sente il peso del corpo quasi aumentare,
ultimamente stanno aumentando tutte le responsabilità.

Un sorriso felice lampeggia sul suo volto,
esce dal parco in mezzo a loro, si accendono i lampioni,
bianchi fiori d’oleandro si aprono alla loro luce, quando
salgono sull’autobus, lui pigramente cade addormentato.

 

Nuovi poeti cinesi (Einaudi, 1996), a cura di C. Pozzana

Zhu Zhu

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Guidando verso un altro pianeta

Questa città non cambia da due secoli
avanza a fatica da lontano, per penetrare la notte.
Le rotaie mani che picchiano sulla terra
sterzano decise come un autista che ritrova la memoria.

Un uomo è volato via dal suo corpo
il treno entra in stazione. Vedo che il treno è una serie di finestre,
legate con ferro più resistente della corda
il vento affoga gli uomini nel vapore del sole.

 

Nuovi poeti cinesi (Einaudi, 1996), trad. it. C. Pozzana, A. Russo

Gu Cheng

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La terra è curva

La terra è curva
non riesco a vederti
riesco solo a vedere lontano
il cielo azzurro sul tuo cuore

Azzurro? Azzurro
quell’azzurro è la lingua
vorrei far sentire al mondo la gioia
ma il sorriso gela ai lati della bocca

Oppure dammi una nuvola
per spezzare le ore soleggiate
i miei occhi han bisogno di lacrime
il mio sole ha bisogno di sonno

 

da Nuovi poeti cinesi (Einaudi, 1996), trad. it. Claudia Pozzana e Alessandro Russo.

Bei Dao

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Dormi valle

Dormi, valle
presto con la nebbia azzurra copri il cielo
e gli occhi pallidi dei gigli selvatici
dormi, valle
presto coi passi della pioggia insegui il vento
e l’inquieto grido del cuculo

Dormi, valle
noi ci nascondiamo qui
come in un sogno millenario
il tempo non scivola più sulle foglie d’erba
il pendolo del sole fermo dietro le nubi
non alterna più tramonti e aurore

Boschi roteanti
scagliano innumerevoli pigne dure
proteggendo due file di orme
la nostra infanzia assieme alle stagioni
ha camminato per quel sentiero ricurvo
dove il polline inonda i cespugli di rovi

Ah, che quiete
le pietre lanciate non hanno eco
forse tu stai cercando qualcosa
– da cuore a cuore
un arcobaleno si alza silenzioso
– da occhio a occhio

Dormi, valle
dormi, vento
valle, dormi nella nebbia azzurra
vento, dormi nelle nostre mani

 

da Nuovi poeti cinesi (Einaudi, 1996), trad. it. Claudia Pozzana e Alessandro Russo.