Natan Zach

Per la prima volta
comincio a dubitare
di riuscire davvero a raggiungere quaggiù
ciò che dentro di me
chiamai felicità.

Non ne avevo dubitato mai.
Ma una sera vuota di desiderio

mi insinua questo dubbio nel cuore.
Dubbio che certo conobbero anche
gli scalatori di alti monti

vedendo la bianca vetta innevata
con il petto vuoto di scalata,
vuoto di monti.

 

Sento cadere qualcosa (Einaudi, 2009), traduzione di Ariel Rathaus

Natan Zach


Dal “Manuale del nomade”

Non scordarti di chiudere la finestra prima di uscire
non scordarti di chiudere la porta a chiave
non scordarti di baciare tua moglie sulla bocca e sull’orecchio
non scordarti di dondolare la piccola culla
senza spaventare il bambino.
Non scordarti la torcia elettrica
e portati dietro le batterie.
Tu sai quando parti
ma non quando tornerai.
Forse tornando la finestra sarà chiusa
e la porta di casa chiusa a chiave,
tua moglie non distinguerà i tuoi passi
e tuo figlio non saprà più chi sei.
Attento, o tu che parti per terre lontane,
non metterti in cammino se intendi
tornare.

 

Poeti israeliani (Einaudi, 2007), trad. it. Ariel Rathaus

Natan Zach

Sfavorevole agli addii

Il mio sarto è sfavorevole agli addii.
Per questo, ha detto, non partirà mai più, non vuole
separarsi dall’unica sua figlia. Assolutamente è
sfavorevole agli addii.

Una volta ha detto addio a sua moglie
e non l’ha più rivista (Auschwitz). Disse addio
alle sue tre sorelle e anche loro
non le rivide mai più (Buchenwald). Una volta
disse addio a sua madre (il padre è morto
in età veneranda). Adesso è
sfavorevole agli addii.

A Berlino era in buoni
rapporti d’amicizia con mio padre. Bei giorni consumati
nella Berlino di allora. Quei maledetti
tempi sono passati. D’ora in poi
non partirà mai più. Perché lui
assolutamente è
(mio padre intanto è morto)
sfavorevole agli addii.

 

Sfavorevole agli addii (Donzelli, 1996)

Natan Zach

Non mente

In me il tuo corpo fa nascere fiori
un intero tappeto nel mio corpo

sarò la tua musica
tu sarai la mia

e se in sogno griderò aiuto
dormendo col cuore destro

sarai tu il luogo
in cui mi sveglierò

abbracciata, vicina, serena
rammentando giorni lontani:

una madre che sfiora appena
un padre dalle orfane parole

solo allora so
che tutto fu solo un sogno

i sogni raccontano fole
ma non mente la luce del giorno.

 

Sento cadere qualcosa (Einaudi, 2009)

Natan Zach

Per la prima volta
comincio a dubitare
di riuscire davvero a raggiungere quaggiù
ciò che dentro di me
chiamai felicità.

Non ne avevo dubitato mai.
Ma una sera vuota di desiderio

mi insinua questo dubbio nel cuore.
Dubbio che certo conobbero anche
gli scalatori di alti monti

vedendo la bianca vetta innevata
con il petto vuoto di scalata,
vuoto di monti

 

Sento cadere qualcosa (Einaudi, 2009), trad. it. A. Rathaus