Matteo Finoglietti


Catarsi

Carta penna carta ti ho stretto,
sicura, odiosa e salvifica,
per darmi la quiete
che solo dà il sangue,
inchiostro cangiante
caldo che scivoli lento
dalla mia mano alla penna
(come ho potuto
dirti la sola pace dei sensi?)

Perché Lala finisse
il suo dolce canto di guerra
amarla ancora,
senza parole pesanti
sulle labbra le ho taciute
tra le mie mani, donate
alla penna sussurrate
alla carta

Ponila tu
la pausa statuaria
– parola muta e loquace –
e liberami dal peso,
il gigante sopito
sulle tue labbra

 

Inedito