Marcel Proust


Stanco d’aver sofferto, e più d’avere amato,
dopo avermi ammaliato con le sue lontananze,
rinserra intorno a me la vita il cerchio uguale,
melancolicamente si ripiega e stupisce.
Il commovente autunno ascoltando, chi sa
se soffochi un singhiozzo o s’impedisca un canto
solenne come l’ora e, come questa, ambiguo.
Superava una svolta, senza saperlo, il cuore.

 

Rivista “Poesia”, traduzione di Roberto Rossi Precerutti n.199, novembre 2005

Marcel Proust


Lasciate piangere il mio cuore tra le vostre mani refrattarie,
il cielo scolorito fa appassire lentamente
il fiore dei vostri occhi chiari che quietamente
abbassa sul mio cuore le sue corolle affascinate.

Che le vostre ginocchia mi siano pacifico giaciglio,
vestito dei vostri sguardi avrò caldo per la notte
e, sorvegliante magico, il vostro afflato terrà lontano
tutto ciò che insudicia e ciò che schernisce e ciò che nuoce.

Il porto e i campi sono neri; dopo il giorno beffardo
la consolante notte viene intrisa di lacrime
e permeando di dolcezza la nebbia dispersa
i fuochi del desiderio di te si accendono nel mio cuore.

Poesie d’amore (Mimesis, 2018), a cura di R. Bertoldo

Marcel Proust

proust
À Madeleine Lemaire

Quel trop subtil voleur coupa dans les vergers
Ces raisins lumineux dont ma lèvre est éprise?
Le zephyr soufflé ces chendelles par surprise
Lui seul est assez doux pour ne les pas blesser.

Mais non, pour les pinceaux quittant fuseaux et laine
Vous faites plus que Dieu: un eternal printemps,
Et c’est auprès des lys et des rosiers grimpants
Que vous allez chercher vos couleurs, Madaleine.

Vous avez la beauté frêle de l’éphémère,
Et pourtant fleurs d’un jour vous ne périrez pas,
Fleurs vivant et pourtant immortelles: lilas,
Œillets ou lys qu’a peints Madeleine Lemaire.

Mais vous, qui vous peindra, belle jardinière
Par qui tous les printemps nous naissent tant de fleurs?

*

A Madeleine Lemaire

Che ladro raffinato ha tagliato negli orti
quest’uva luminosa di cui il mio labbro ha sete?
Lo zeffiro imprevisto queste candele ha soffiato
lui solo è tanto dolce da non sciuparle. Ma no,

per i pennelli abbandonando fusi e lane
fate meglio di Dio: una primavera eterna,
e vi accostate ai gigli, ai rosai rampicanti,
per rifornirvi di colori, Maddalena.

Avete la bellezza fragile dell’effimero,
eppure fiori d’un giorno voi non morirete,
fiori viventi e immortali: lillà, gigli,
garofani dipinti da Madeleine Lemaire.

Ma, bella giardiniera, chi dipingerà voi
per cui le primavere ci portano altri fiori?

 

Poesie (Feltrinelli, 2008), trad. it. L. Frezza