William Cliff

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Malinconia
(su un disegno di Fréderic Pajak)

quando ero bambino solitario in campagna
e il cielo aperto mi cadeva sulla testa
e il mare intorno mormorava per venire
a rinchiudermi in una putrida marea

quando in calzoncini sporchi e ridicoli
mostravo le mie ginocchia storte ed ero
un insetto perso nell’umore infinito
degli adulti cattivi che bestemmiavano

allora mi fermavo un momento in spiaggia
e con la mano mi coprivo la faccia per
non vedere l’orrore di esser nato in terra
e aspettare sempre che rispunti il sole

 

Poesie scelte (Fermenti, 2015), a cura di F. Bajec

Andrea Cati

 

andrea cati

È un pomeriggio di fine estate.
La città è un termitaio abbandonato.
Noi, come sempre, siamo in casa tra libri ed aria condizionata.
Un sottofondo di musica scozzese culla le nostre solitudini.

Ti sfioro appena con la mano ed inizi a piangere.
Poi la commozione diventa piacere.
Il tuo corpo nudo è una tigre bianca
una poesia che insanguina la malinconia.

Luci spente. Sudore. Forse amore.
Tutta la casa, la nostra vita
risucchiata, inghiottita
testimone di questa furia
che spariglia e ci conquista.

 

© Inediti

Isabella Leardini

isabella leardinid8ea

 

In ogni corsa, ogni impennata della vita
mi sei mancato e mi manchi per anni.
Nell’uscire verso il bar delle mattine
tutte le mattine uguali dell’inverno
cercarti, come un gioco per sperare…
Ad ogni cambio di stagione, ad ogni svolta
degli occhi e dell’età non ti ho più perso…
Ti tengo per l’estate, quando salgo
nei miei golfi di buio e quando torno
di notte verso casa e fino a quando
non passo il punto esatto in cui le ruote
incrociano le mie con le tue strade,
finché c’è ancora modo di incontrarti
non è finito il giorno.

 

da La coinquilina scalza (La Vita Felice, 2004)

Giovanna Sicari

giovanna_sicari

 

Amore del rifugio e dell’acqua

Amore del rifugio e dell’acqua,
amore di poche parole lontano dall’insidia,
amore degli uomini santi, accarezza il viso del turbamento
dammi i nomi del perdono, il canto sepolto della legge,
sento che saremo vicini anche in autunno,
ci abbracceremo nelle case vuote ricordando un antico passato
per dimenticarlo, soltanto l’oro più puro della nostra anima
sarà con noi, forse saremo donna e uomo solamente,
forse farà già freddo e ci abbracceremo fra gli alberi stanchi
ridendo di ogni cosa, il passato ci lascerà e saremo
nuovi, leggeri, redenti.
Sarà ottobre o novembre, nel bosco
saremo teneri e allegri nelle nostre braccia di terra,
fra acqua e fuoco, smarriti dalle azioni.
Quando ci lasceremo sarà sui polpastrelli la
nostra anima vera, nell’aria ci sarà cura
per la ferita.

 

da Poesie 1984-2003 (Empirìa, 2006)

Foto di Dino Ignani