Carlo Bordini

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Amico

 

ho visitato un amico che stava morendo.
mi perdonò di essere vivo. mi sono accorto
che me n’ero sempre vergognato. lui invece mi spiegò
che non era una colpa. non l’avevo fatto apposta, io.
mi spiegò che essere vivo non era una colpa. non facevo male
a nessuno. ma ci volle lui per spiegarmelo. a lui ho creduto.
mi spiegò che se facevo male non era con intenzione. mi perdonò.
mi consolò. sei simpatico, mi disse, anche se non stai morendo. nella
vita avrai tante cose belle, piacerai alle donne. mi fece far pace
con la vita, come si fa con una fidanzata riottosa.

 

I costruttori di vulcani. Tutte le poesie 1975-2010 (Luca Sossella, 2010)

Foto di Dino Ignani

Antonia Pozzi

interno poesia antonia-pozzi

 

Funerale senza tristezza

Questo non è essere morti,
questo è tornare
al paese, alla culla:
chiaro è il giorno
come il sorriso di una madre
che aspettava.
Campi brinati, alberi d’argento, crisantemi
biondi: le bimbe vestite di bianco,
col velo color della brina,
la voce colore dell’acqua
ancora viva
fra terrose prode.
Le fiammelle dei ceri, naufragate
nello splendore del mattino,
dicono quel che sia
questo svanire
delle terrene cose
– dolce -,
questo tornare degli umani,
per aerei ponti
di cielo,
per candide creste di monti
sognati,
all’altra riva, ai prati
del sole.

 

Poesia che mi guardi (Luca Sossella Editore, 2010)