Edna St. Vincent Millay


Sweet love, sweet thorn, when lightly to my heart
I took your thrust, whereby I since am slain,
And lie disheveled in the grass apart,
A sodden thing bedrenched by tears and rain,
While rainy evening drips to misty night,
And misty night to cloudy morning clears,
And clouds disperse across the gathering light,
And birds grow noisy, and the sun appears—
Had I bethought me then, sweet love, sweet thorn,
How sharp an anguish even at the best,
When all’s requited and the future sworn,
The happy hour can leave within the breast,
I had not so come running at the call
Of one who loves me little, if at all.

*

O dolce amore, dolce spina, quando
da te fui punta al cuore, piano, e uccisa,
per giacere nell’erba abbandonata,
povera cosa fradicia di lacrime
e di pioggia nel pianto della sera,
dalle notturne brume al grigio giorno
che disperde le nubi nella luce
fra il canto degli uccelli al nuovo sole –
se avessi, dolce amore, dolce spina,
pensato allora quale acuta angoscia,
anche se ti compensa il giuramento,
l’ora felice può lasciare in seno,
non sarei corsa cosí pronta al cenno
di chi in fondo m’amava cosí poco.

L’amore non è cieco (Crocetti, 1991), trad. it. Silvio Raffo

Edna St. Vincent Millay

EDNA ST. VINCENT MILLAY

 

Il filosofo

Cosa sarai mai tu che ti desidero
da rimanere insonne tante notti
quanti i giorni che esistono
a piangere per te?

Cosa sarai mai tu che, se mi manchi,
nell’intreccio dei giorni io resto sempre
intenta al vento
e fissa alla parete?

Conosco un uomo di migliore tempra
e almeno venti altrettanto gentili.
Che cos’hai di speciale tu per essere
il solo che possieda la mia mente?

Le donne non ragionano, si sa –
lo dicono anche i saggi –
ed io che cosa sono, perché debba
amare in modo giusto e razionale?

 

L’amore non è cieco (Crocetti, 2001), trad. it. S. Raffo

Edna St. Vincent Millay

Nel dorato bacile d’un gran canto
versiamo tutta la nostra passione;
si giacciano abbracciati gli altri amanti
nel riposo d’amore noi parliamo
con la lingua di tutto il mondo: il sangue
che s’agita, la lunga inerzia, i fremiti,
le calde palme supplici all’ospite che
fugge,
ed un’anima sola, indifesa, ma forte.
Il desiderio solo canta al liuto;
nell’aperto sospiro, fra le ortiche
s’acquieti il menestrello, ozioso e muto
anche lui – sia l’amore alto e lontano:
tradisce il ramo più alto quel frutto
che ogni passante può trovare a terra.

 

L’amore non è cieco (Crocetti, 2001), trad. it. S. Raffo

Edna St. Vincent Millay


L’amore non è cieco. Basta un occhio
per vedere che non sei bello, oppure
quante donne lo sono. Vedo tutti
i tuoi difetti: gli occhi dilatati,
alta la fronte. Di principi estetici
sono troppo imbevuta, fin da piccola,
per poter liberare la mia mente,
dirti perfetto e amarti da morire.
Più sottile è il potere dell’amore:
ha tanta forza che dico “Non bello”
come dicessi “Non qua” o “Non là”
“distesa”, oppure “a scrivere una lettera”.
So cos’è il bello di cui tutti parlano;
ma mi chiedo se sia così importante.

L’amore non è cieco (Crocetti, 2001), trad. it. S. Raffo

Edna St. Vincent Millay

millay

La notte è mia sorella, io nel profondo
dell’amore annegata, giaccio a riva,
acque ed alghe a fior d’onda mi lambiscono,
mi ferirà la draga, e c’è di più:
lei, solo braccio teso dalla sabbia,
unica voce il cui respiro sento
a sgelarmi le nari, ad aprirmi la mano,
lei potrebbe avvisarti, se tu udissi.
Ma di certo è impensabile che un uomo
in sí dura tempesta lasci il quieto
focolare e s’imbarchi al salvataggio
di un’annegata per portarla a casa,
sgocciolante conchiglie sul tappeto.
Buia è la notte, e per me piange al vento.

 

L’amore non è cieco (Crocetti, 2001), trad. it. S. Raffo