La permanenza degli oggetti
è cosa assurda, affatto incomprensibile,
ingannevole, perfetta;
tutto permane, il paesaggio
non muove morte, né vecchiezza
né tempo che si altera,
non muove nulla, mai, in alcun luogo;
ma tu, tu che non più indugi
nel limite dello spazio
che a te assegnò il mio gesto,
né io più, sottratto
ogni movimento di me alla tua scienza,
comprenderemo questa assurda
continuità di cose che creammo.
Poesie (Crocetti, 2006)