Alba Donati


Una madre

Non ti ho mai amata direttamente
ti ho vista parlare con i miei amici
ti ho guardata sbadatamente
mentre attraversavi una città non tua
e allora lì scoppiava in me la tenerezza
ma per dirtelo, no, non era il caso
non ce l’ho fatta a sopportare la tua vita,
che si aggirava nuda e povera in un mondo non tuo.

Tu, paesaggio dell’infanzia. Tutte le poesie 1997-2018 (La nave di Teseo, 2018)

Renato Minore

La delirante e sognante immaginativa

XI

Sei corteccia dura per vivere, anima
che conosci questo segno d’antica fiamma.

Ti confesso un amore pazzo e dissoluto
(volevo scriverti assoluto e la forza
m’è morta in gola) quem tibi dare non possum.

Non l’ho donato, cara assurdità,
quando s’alzava
un altare di verde tenue
alla tristezza
di non capirsi non trovarsi
non amare.


Ogni cosa è in prestito
(La nave di Teseo, 2021)

Umberto Piersanti


Primavera triste

più d’ogni altra primavera triste,
il male di vivere non lo incontri
solo in quel che cede
e si dissolve
ma nel fiore che s’alza dalla terra
nell’albero che s’apre
a nuove foglie

solo una beffa
questo cielo azzurro
il vento lieve
il sole che tiepido riscalda,
primavera brilla
a noi d’intorno,
ma i campi sono deserti
le piazze vuote,
primavera brilla
a noi d’intorno
e t’entra dentro il sangue
e lo raggela

aprile 2020

 

Campi d’ostinato amore (La nave di Teseo, 2020)

Foto di Dino Ignani

Carlo Invernizzi


Corre il vento

Corre il vento per le strade e dai muri
strappa uomini di carta che azzuffa
per balconi e terrazzi e precipita
roteanti sulla piazza.
Verso i portici spaziando arrovella
tra i passanti che imprecano al cappello
che rincorrono frullando.
Mulinella nel viale coi lampioni
ciangottando
che sussultano lungo i fili
ondeggiando.
Sui tetti poi a sera svelle baffi
ai comignoli
follettando a distesa.

 

Impercettibili nientità. Poesie 1950-2017 (La nave di Teseo, 2020)

Michel Faber


F.W. Paine Ltd, Bryson House,
Horace Road, Kingston

Ecco come stanno le cose:
trascorreremo la notte separati.
Ho il tuo nuovo indirizzo
stampato su un bigliettino
ma non conosco la città abbastanza bene
da figurarmi il posto dove stai dormendo.
Inoltre, è tutto finito ormai.
Non sono più necessario ai tuoi bisogni.
Sei con altri della tua stessa razza
e io, alfine, sono assente dalla tua mente.

Ci sono così tante persone alle quali dovrei dire
che mi hai lasciato.
Una sfida per un altro giorno.
Che caldo c’è! Ormai è luglio.
Alzo gli occhi mentre cammino e in cielo
vedo la prima delle lune
che non condivideremo.

 

Undying. Una storia d’amore (La nave di Teseo, 2017), trad. it. L. Manini

PJ Harvey


La mano

La gente oltrepassa la mano.
Ci sono suoni di clacson e musica.
La gente oltrepassa la mano che mendica.

Tre ragazzi incappucciati incrociano le braccia
e schivano la mano,
la mano che mendica sotto la pioggia.

La donna vestita di blu non guarderà
la mano che mendica,
distesa sotto la pioggia.

La gente va e viene, gli occhi sui cellulari.
Nessuno prende la mano
distesa, luccicante sotto la pioggia.

Nel cavo della mano
c’è un quadrato di carta
ripiegata,

ma nessuno si sofferma sulla carta bianca
che riluce nella mano che mendica,
distesa e luccicante sotto la pioggia.

 

Il cavo della mano (La nave di Teseo, 2017), trad. it. Matteo Campagnoli

Ocean Vuong


Someday I’ll Love Ocean Vuong

Ocean, don’t be afraid.
The end of the road is so far ahead
it is already behind us.
Don’t worry. Your father is only your father
until one of you forgets. Like how the spine
won’t remember its wings
no matter how many times our knees
kiss the pavement. Ocean,
are you listening? The most beautiful part
of your body is wherever
your mother’s shadow falls.
Here’s the house with childhood
whittled down to a single red trip wire.
Don’t worry. Just call it horizon
& you’ll never reach it.
Here’s today. Jump. I promise it’s not
a lifeboat. Here’s the man
whose arms are wide enough to gather
your leaving. & here the moment,
just after the lights go out, when you can still see
the faint torch between his legs.
How you use it again & again
to find your own hands.
You asked for a second chance
& are given a mouth to empty out of.
Don’t be afraid, the gun re
is only the sound of people
trying to live a little longer
& failing. Ocean. Ocean—
get up. The most beautiful part of your body
is where it’s headed. & remember,
loneliness is still time spent
with the world. Here’s
the room with everyone in it.
Your dead friends passing
through you like wind
through a wind chime. Here’s a desk
with the gimp leg & a brick
to make it last. Yes, here’s a room
so warm & blood-close,
I swear, you will wake—
& mistake these walls
for skin.

*

Un giorno amerò Ocean Vuong

Ocean, non avere paura.
La fine della strada è tanto distante
che è già alle nostre spalle.
Niente paura. Tuo padre è tuo padre soltanto
finché uno di voi non se ne dimentica. Come le vertebre
non si ricorderanno le proprie ali
a dispetto di tutte le volte che le tue ginocchia
baceranno il lastrico. Ocean,
mi ascolti? La parte più bella
del tuo corpo è ovunque
si proietta l’ombra di tua madre.
Ecco la casa con l’infanzia
ridotta a un unico cavetto rosso, innesco di mina.
Niente paura. Basta che lo chiami orizzonte
& non lo raggiungerai mai.
Ecco l’oggi. Salta. Ti garantisco non è
una scialuppa di salvataggio. Ecco l’uomo
dalle braccia ampie abbastanza da accogliere
il tuo andartene. & ecco l’attimo
subito dopo spente le luci, in cui ancora scorgi
la flebile fiaccola tra le sue gambe.
E come la usi, ripetutamente,
per ritrovare le tue mani.
Hai chiesto un’altra chance
& ti viene concessa una bocca da cui svuotarti.
Non avere paura, gli spari
sono solo il rumore di gente
che cerca di vivere un po’ più a lungo
& non ce la fa. Ocean. Ocean –
alzati. La parte più bella del tuo corpo
è il luogo verso cui si dirige. & ricorda,
la solitudine è comunque tempo trascorso
insieme al mondo. Ecco
la stanza in cui ci sono tutti.
Gli amici morti che ti
attraversano come il vento
che soffia a tra i sonagli a vento. Ecco una scrivania
con la gamba zoppa & un mattone
per farla durare. Sì, ecco una stanza
così calda & vicina al sangue
che giuro, ti sveglierai –
& crederai che questi muri
siano pelle.

 

Cielo notturno con fori d’uscita (La nave di Teseo, 2017), trad. it. Damiano Abeni, Moira Egan