Sei un amore perché sei
un racconto
e partono in te
i velieri della fine,
appaiono
un attimo sui parabrezza bagnati
i nomi di città sconosciute
i violinisti si sono addormentati
e sognano e suonano e sognano
sbagliando qualche nota ma
portano il pianto inaudito dei cristalli
custodisci i miei
respiri
lasci impronte così nascoste
che le troverà solo il demonio o l’ultimo
degli angeli prima di mettere il cappello e
spegnere la luce
co gli occhi di un ferito è entrato
travestito alla festa
chiedendo c’è da bere qualcosa
e alzava brindisi da lontano strappandoci
il cuore.
Amore che non riesce a chiudere
il ventaglio dei baci
si confonde come uno in stazione
che guarda i treni, non sa mai partire
sperduto e felice –
sei un amore e sei un racconto
che ogni notte mi dimentico
e leggo nelle nuvole che lo scrivono
inquiete nei venti contrari
rubando luce ai visi attoniti di santi dipinti
e alle bici abbandonate sui binari
tutte le morti che hai traversato e le nascite
ti porgono il braccio –
sono lo stesso momento di sempre
da quando hai alzato lo sguardo
e il tuo respiro ha reciso il mio nome dal niente
La natura del bastardo (Mondadori, 2016)
© Foto di Viviana Nicodemo