José Saramago

Em mim te perco, aparição nocturna,
Neste bosque de enganos, nesta ausência,
Na cinza nevoenta da distância,
No longo corredor de portas falsas.

De tudo se faz nada, e esse nada
De um corpo vivo logo se povoa,
Como as ilhas do sonho que flutuam,
Brumosas, na memória regressada.

Em mim te perco, digo, quando a noite
Vem sobre a boca colocar o selo
Do enigma que, dito, ressuscita
E se envolve nos fumos do segredo.

Nas voltas e revoltas que me ensombram,
No cego tactear de olhos abertos,
Qual é do labirinto a porta máxima,
Onde a réstia de sol, os passos certos?

Em mim te perco, insisto, em mim te fujo,
Em mim cristais se fundem, se estilhaçam,
Mas quando o corpo quebra de cansado
Em ti me venço e salvo, me encontro em ti.

*

In me ti perdo, notturna apparizione,
nel bosco degl’inganni, nell’assenza,
nel nebbioso grigior della distanza,
nel lungo corridoio di porte false.

Dal tutto si fa il nulla, e questo nulla
di un corpo vivo subito si popola,
come isole che fluttuano nel sogno,
brumose, nel ricordo rinnovato.

In me ti perdo, dico, se la notte
sulla mia bocca colloca il suggello
dell’enigma che, detto, si ravviva
e s’avvolge in spire di segreto.

Nei giri e nei rigiri che m’adombrano,
nell’andare a tentoni a occhi aperti,
qual è del labirinto l’ampia porta,
dove il raggio di sole, i passi certi?

In me ti perdo, insisto, in me ti sfuggo,
in me fonde il cristallo e si frantuma,
ma quando il corpo cede alla stanchezza
in te mi vinco e salvo, in te mi trovo.

Le poesie (Einaudi, 2002), trad. it. di F. Toriello

José Saramago

“Non scrivere poesie d’amore”
Rainer Maria Rilke

Perché, Rainer Maria Rilke? Chi impedisce
al mio cuore di amare, e chi decide
le voci che si articolano nel verso?
Cosa c’impone questa mosca cieca
di sommare infinito a infinito?
La scala lunga lunga che salisti
nel vuoto si spezzò, allorché l’ombra
dell’Altro sui gradini si divise.
All’aerea vertigine del tuo volo
la misura del passo io contrappongo,
terrestre sono, e dall’avere terrestre,
uomo mi dico uomo, poesie faccio.

Le poesie (Feltrinelli, 2017), trad. it. F. Toriello

José Saramago

Jose_Saramago

 

 

 

 

 

 

 

 

Incidente stradale

Vago, segreto, estraneo e camuffato
nel solito viavai della città,
svolto angoli e mi fermo separato,
aspettando me stesso o la metà
che, ignara, è rimasta dall’altro lato.

E lettere bastarde metto a fianco
di tutti i cruciverba del giornale,
urlo un avvertimento, orripilato,
verso la luce rossa del semaforo
e tocco, come brace, il suol bagnato.

Resta indietro il mio abito stracciato,
che sanguina da squarci e cuciture,
di corsa arriva il sarto convocato,
mentre io nella mente me la rido,
vivo, segreto, estraneo e camuffato.

da Poesie (Einaudi, 2007), trad. it. Fernanda Toriello.