Mariagloria Sears

Eros Beggiora, 2022 carboncino, grafite.

La sete

Tu mi hai scavata
come scava un pozzo colui che ha sete
nel suo ardente andare

Tu mi hai scavata
con le mani tese
e gli occhi intenti al solco:
più profondo era il solco
e più la sete ti consolava.

Tu mi hai scavata
ed hai bevuto l’acqua
chiara fresca segreta acqua fuggita
a spegner la tua sete
e a farmi viva.

Ora tu sei partito
incespicando un poco
le vesti e il volto tutti umidi ancora

e sulla mia ferita brucia il sole.

Costellazione parallela. Poetesse italiane del Novecento (Vallecchi, 2023), a cura di Isabella Leardini

Isabella Leardini

Questo testo è tratto da Domare il drago (Mondadori, 2018) ed è stato scritto da quasi 100 mani, durante un laboratorio di poesia con due classi prime in una scuola professionale. Dovevano scrivere d’istinto tante metafore sul cuore, per ognuno ne ho scelta una, le abbiamo composte come una partitura. Alla fine ognuno ha letto il cuore di qualcun altro.

 

Il mio cuore è un arco che scocca la sua unica freccia
il mio cuore è un piccione viaggiatore
il mio cuore è una giornata senza sole
il mio cuore è un anello inciso
il mio cuore è spezzato dal vento
il mio cuore è un giocattolo usato
per troppo tempo

il mio cuore è come il vetro sensibile agli urti
il mio cuore è un disastro naturale
il mio cuore è un palazzo pronto a crollare
il mio cuore è una strada sterrata
il mio cuore è una madre spaventata

il mio cuore è un torsolo
il mio cuore è un limone
il mio cuore è un tamburo
il mio cuore è un campo minato
il mio cuore è un foglietto stropicciato
lasciato in un angolino
il mio cuore è un apparecchio difettoso
l’ho spento

il mio cuore è un tatuaggio
il mio cuore è una canzone
il mio cuore è un oggetto impazzito
il mio cuore di te era abituato
il mio cuore, come un soldato armato

il mio cuore è un parco giochi
il mio cuore è un parco giochi di notte
il mio cuore è una finestra
il mio cuore è una finestra aperta in estate
il mio cuore è una finestra dove chiunque si affaccia
e vede sempre le stesse cose
il mio cuore è una stanza
messa sottosopra

il mio cuore è una giornata fredda
il mio cuore è un termosifone
il mio cuore è come la neve
il mio cuore è fatto di sapone
il mio cuore è finto come un sorriso
il mio cuore è cattivo come una piuma
il mio cuore è un anziano davanti a un cantiere

il mio cuore è impossibile
il mio cuore è come l’estate
il mio cuore è una stanza buia
il mio cuore è come una mela divisa a metà
il mio cuore è una grattugia
il mio cuore è un temporale
il mio cuore è un pesce fuor d’acqua
il mio cuore è come un bambino il giorno di Natale
il mio cuore è un dono

il mio cuore è il treno in anticipo
il mio cuore è il freddo in anticipo
il mio cuore è una porta chiusa
e pochi hanno la chiave per entrare
il mio cuore è l’ordine messo in disordine
il mio cuore è un labirinto
il mio cuore l’hai salvato
come si salva un cane abbandonato

il mio cuore è una cartina
che non hai mai guardato
il mio cuore è una canzone
che hai sempre ascoltato
il mio cuore è una coperta
il mio cuore è un mappamondo
il mio cuore è un portiere senza mani
il mio cuore è una fetta biscottata
che cade dalla parte della marmellata

il mio cuore è un dromedario
il mio cuore è un continente
il mio cuore è in estinzione
il mio cuore è sempre aperto
il mio cuore è una costellazione
il mio cuore è nulla rispetto al tuo cuore
il mio cuore è perfetto perché dentro ci sei tu

 

Foto di Giulio Malfer

Isabella Leardini


Tutti i miei anni identici li lascio
in fila nei cortili e sui balconi
come i giocattoli che a fine pomeriggio
rimangono per prendersi la notte
e passano i mattini ad asciugare
e perdono colore a poco a poco.
Ogni volta che mi fermo faccio casa
in ogni casa faccio i miei cortili
di noia abbandonata che rimane.
Forse possiamo vivere soltanto
in queste due nature senza pace
chi in ogni cosa abita e chi passa
da sempre
chi fa il vento e chi fa il muro.

 

*

 

Come è difficile per me e per te
lasciare andare via la giovinezza,
non ci riusciamo a romperla in un colpo
è la fatica di ogni cosa che muore.
Le nostre prove infinite di volo
posati accanto come bambini
che aprono gli occhi dentro piccoli addii.
Non è arrivata ancora una stagione
che non ci abbia colti di sorpresa.

 

*

 

Desiderare è una questione di distanze,
di corpi freddi che riescono a brillare.
Cercavo la costellazione esatta
che riunisse i tuoi punti con i miei
la congiunzione fatale negli anni
lo squilibrio infallibile del cielo.
Il vero amore regge il capogiro
con la testa piantata nell’aria
di una logica che splende se si avvera.
Sovrappone come una mappa
il tuo buio di pianeti con il mio
la precisione muta delle stelle.
L’ho studiato come una scienza
il codice dell’ora in cui sei nato,
amare è un atto di interpretazione
che riempie il giorno dopo l’evidenza.

 

 

Una stagione d’aria (Donzelli, 2017)

© Per gentile concessione di Donzelli Editore

© Foto di Valentina Solfrini

Isabella Leardini

Proteggerò il tuo cuore opaco di conchiglia
l’ho visto prima ancora che arrivasse
cosa viva che non vuole starmi in mano
non diventa un amuleto e non si sente
nessun mare se lo avvicino
ma la natura delle cose inspiegate.
Lo scaldo aspettando di vedere
l’animale segreto che non suona
uscire dal suo bordo scheggiato
e lo tormento come fa chi crede
senza pace ma senza dubitare.

 

© Inedito di Isabella Leardini

Isabella Leardini

leardini
Noi non siamo come tutte quelle cose
che nascono già doppie a coppie, a paia
come le scarpe che non sono senza l’altra.
Noi due assomigliamo a tutto quello
che il tempo fa giocare col destino.
Quando l’ultima tazzina ancora sana
e il piattino comprato chissà dove
arrivano uno sull’altro
nella strana inseparabile perfetta
abitudine che li mette insieme.
Ma tutti i cocci e le rotture mancate
i traslochi, le mani dei bambini
alla fine non esistono più
loro stanno nel cuore di ogni giorno.
Bellezza inimitabile e bizzarra
di tutte le coppie imprevedibili
che non assomigliano a nessuna cosa
pensata semplicemente insieme.
Come si svela un giorno dopo l’altro
il senso di ogni cosa perduta
nel colpo da maestro che decide
la perfezione inaspettata che rimane.

 

© Inedito di Isabella Leardini

© Foto di Dino Ignani

Isabella Leardini

isabella leardinid8ea

 

In ogni corsa, ogni impennata della vita
mi sei mancato e mi manchi per anni.
Nell’uscire verso il bar delle mattine
tutte le mattine uguali dell’inverno
cercarti, come un gioco per sperare…
Ad ogni cambio di stagione, ad ogni svolta
degli occhi e dell’età non ti ho più perso…
Ti tengo per l’estate, quando salgo
nei miei golfi di buio e quando torno
di notte verso casa e fino a quando
non passo il punto esatto in cui le ruote
incrociano le mie con le tue strade,
finché c’è ancora modo di incontrarti
non è finito il giorno.

 

da La coinquilina scalza (La Vita Felice, 2004)