Gilbert Lely

 

Interno

Poiché l’ora è notturna e dicembre e si muore;
poiché fuori fa freddo e in casa c’è calore;
poiché il fuoco sonoro, chiaro, canta il suo canto
delle foglie e del vento al rumor somigliante,
e la neve sorniona e morbida attutisce
il tumulto inquieto che per la via fluisce;
poiché le tende grevi e nell’ombra assopite
ricadon con languore sui soffici tappeti
teneri come il sonno e la sabbia dei greti;
poiché come due sogni sono le nostre vite,
questa sera, due sogni che, dall’alba fugati,
fuggendo si sarebbero con delizia intrecciati,
e i nostri corpi tra l’ombra e la solitudine
si dissolvono in una squisita lassitudine, –
Cara, svestiti tutta: oh! la tua nudità
d’un regale splendore il buio illuminerà,
e noi scivoleremo, muti, nel nostro letto,
bocca su bocca, i tuoi seni contro il mio petto.
Ma casto scorderò tutti i cattivi ardori:
sì, io m’inebrierò soltanto dei tepori
della tua carne. E mentre la Notte con amore
poserà su di noi dell’ala sua il candore,
in un abbraccio immobile noi due ci stringeremo
e il gioco dolce e triste dei morti giocheremo.

 
Poesie scelte (Bibliopolis, 2002), trad. it. M. Bàino,V. Barba, E. D’Ambrosio

Mario De Santis

mario de santis

Interno

quando sono le stelle a viaggiare
siamo noi i punti fissi del mondo
attendere è ribaltare le attese
stare in un punto sapendo che tutto il resto
è vuoto. Così io aspetto il tuo arrivo
tra le famiglie dei pianeti, in un delirio
di orbite e attrazioni. L’universo fugge
verso tutti gli amori impossibili
il punto oscuro da cui il sole ha trovato,
nel buio, la sua strada. Così non c’è niente
da dire, farà tutto la materia
dove ci siamo già incontrati.

 

© Inedito di Mario De Santis

Vittorio Sereni

vittorio sereni

 

Interno

Basta con le botte basta. All’aperto
per tutto un pomeriggio ci siamo malmenati.
Finisca in parità.
Le colline si coprono di vento. Altri già
battagliano là fuori, la parola
è alle giovani frasche avventatisi ai vetri
alle eriche alle salvie in ondate
sempre più folte e torbide,
presto una sola deriva.
Questo sarebbe la pace? Stringersi
a un fuoco di legna
al gusto morente del pane alla
trasparenza del vino
dove pensosamente si rinfocola
il giorno da poco andato giù
dalle rupi col grido dei pianori
nel vello dei dirupi nel velluto
delle false distanze fin che ci piglia il sonno?

 

Tutte le poesie (Mondadori, 1994)