Mario Giampaolo


Pico

Mesi steso su Roma morta
ogni giorno e di nuovo,
mare vuoto di fortune.

Andare via con una vita a strascico
e la cardiologia elementare
a gonfiare le vele.

Scegliersi un’isola minore
sala d’attesa a cielo aperto,
battiti irregolari.

Ci ho scoperto un cristianesimo
che mi tiene compagnia e m’ha svelato
il mito barbaro che ho avuto di te.

Altrove cresce un senso di festa,
qui si bevono pomeriggi corretti col vero
e io snocciolo ancora frammenti di rara devozione

Il potere
che hai
di cambiare le cose

minuscola età dell’oro
Il tuo sangue
di ieri notte
stamattina
sull’angolo
della mia bocca.

 

Inedito

Marina Dora Martino

Ph. Pietro Vettore

dopo il crollo della casa
ti ho alzato il vestito
ho visto l’aurora

che le tue gonnelle di spine
mi siano d’ispirazione

spina punta dal dito
mai in pace col piacere
mai un letto dove riporre
cappio e ombra

nei rovi la mia unica chiesa
ho lasciato tutti gli averi
che i tuoi chiodi mi facciano sposa

sotto la bocca sporca
l’abside di albaspina
sotto, la rovina

Inedito

Eleonora Conti


Noi si ha l’amore

Noi si aveva l’amore
e le forme più dolci di premure,
quella rara cortesia del bombo
di nascondere baci nelle rose dei gomiti
la complicità delle lucciole
quando il buio è pece e la pace
– la sacrosanta pace – del conversare
tra pesci al crocevia degli abissi.
Noi si ha l’amore
e tutta la povertà per ardere di sogni,
le propaggini dei nostri cuori distese
a sondare terre dove l’ora si smarrisce
dove noi immuni al letargo della stagione
intrecciamo con affetto
coperte d’edera e caprifoglio
perché il sentimento non sverdisca.
Noi si avrà l’amore
e l’universo ci apparecchierà meraviglie,
di questo bene senza recinto
per non disperdere neanche un grano
fileremo la collana dei ricordi:
risate che scavano valli
e la vertigine della gioia
quando matura precipita dal cielo.

Inedito

Valentina Furlotti


Le località di mare in inverno
esistono solo qualche ora
la domenica. Le vie si riempiono
di famiglie e turisti
senza pretese. A riva
bambini innalzano capanne
con i rami della notte. Per entrare
esibire green pass, dicono –
altro che paroladordine.
Una donna inciampa e ride sguaiata
il venditore di crêpes
fa il gruzzolo settimanale. Ma alle 17
i lampioni.
Il padre grida: «Tiago, è tardi!
Io me ne vado e ti lascio qui!».
Sa che presto
l’ombra sarà troppo forte
il parco si volterà dall’altra parte
un’onda sommergerà ogni cosa
e l’ostrica chiuderà la bocca sulla perla.

 

Inedito

Piero Toto


esilio

Chiedimi dell’ombra
disertata alla radice degli ulivi
così stanchi di quest’afa
mai sospetta. Detesto
della terra i rumori impolverati
il disordine dei vivi
la tua voce sminuzzata
dalla patria-lembo
che mai brucia.
Nell’arsura dei tuoi occhi
sono goccia dissoluta
il non-ritorno.
Con quale leggerezza
ci rimarremo accanto
nella sacralità del dubbio.

Inedito