Io voglio poter dire: esci
la lingua dalla bocca, sali
le valigie e tutte le borse, scendi
la pasta o il cane. Tutti quei verbi intransitivi,
che a voi suonano male,
usarli in maniera transitiva.
A me sembra normale uscire qualcosa dal frigo,
suona bene, vedo il gesto corretto.
Mannaggia, mia lingua, che sei di tutt* e di nessun*.
Interno Libri Edizioni
Maria Allo
Itaca perduta
le tempie del cielo come rogo
su fatti di ogni giorno
Ora che il mondo ci sfugge
la memoria muta in bellezza
il senso di Itaca perduta
Ciò che si consuma ha la sua luce
al riparo di un albero e al respiro
sospeso al varco del pensare
Ora che il mondo ci sfugge
l’amore restituisce
il senso dei nessi tra le cose
con l’armonia che si riverbera
sui nostri sguardi e sul futuro
Non avremo corpi né confini
solo innumerevole esistenza
scorrerà nel vento
Sarà un unico respiro atemporale
a farci adempimento e condivisione
Cinzia Demi
l’ultima è un giardino
che mai sarà uguale
alle forme dipinte
degli abbracci alle
parole della terra
che si apre e geme
non una finzione
ma un tesoro lieve
che muove e riposa
nel sacro dell’impronta
dove si uniscono i segni
e passa il filo dalla cruna
La causa dei giorni (Interno Libri Edizioni, 2022), prefazione di Giovanna Rosadini
Daniel D. Marin
la voce
viveva in una solitudine quasi assoluta, l’unico suo
legame con la realtà era una voce che lo ossessionava.
sempre ascoltandola, avrebbe potuto,
avrebbe potuto facilmente impazzire.
la voce lo seguiva dappertutto, quasi
gli si era infilata nei meandri tortuosi
del suo cervello, divenendo tangibile,
questa voce aveva forma, colore, odore
e persino sapore, e, come un innamorato acerbo, osservava
come questa, spensierata, passeggiava nel suo cervello.
a poco a poco, la voce sviluppò anche una forte personalità,
che gli suscitava ammirazione e talvolta invidia,
una personalità che pian piano l’opprimeva.
ora, non desiderava altro che la voce sparisse.
immaginava come ucciderla lentamente.
immaginava scene di una crudeltà meditata
in cui la torturava prima di ucciderla.
era pronto. si era procurato tutto il necessario.
la seguiva, con il sangue che gli scoppiava nelle vene
e con gli occhi iniettati di rabbia,
mentre lei, spensierata, passeggiava nel suo cervello,
lo ossessionava e lo seduceva ancora. completamente
disarmato, la strinse tra le braccia, da amante provetto,
e mentre la stringeva al petto e la baciava
follemente, per uno strano processo psicologico,
essa perdeva definitivamente la sua personalità,
poi la forma, il colore, l’odore, il sapore e tutto quello che
nella sua mente avesse ancora un minimo nesso con la realtà.
I corpi che non ci calzano mai a pennello (Interno Libri Edizioni, 2022)
Pierpaolo Orlando
Quando c’è d’andare
vai e io resto ad aspettarti
alla prossima richiesta
d’aiuto – legato ad un ruolo
che mi è stato assegnato (non da te).
Dribblare, scavalcare, scivolare
non serve
io ci sono ma
il mio lignaggio perde le
piume. Infine nudo
non mi cercherai
solo forse nel trapasso
per accompagnare la (tua)
mancanza.
Gabriele Pedone

Ph. Alessandra Tardio
Ci hanno tolto l’ebbrezza,
hanno tirato via le piume
dalle nostre ali.
Hanno tagliato i fili che tenevano
attorcigliate le nostre mani,
i nostri pensieri comuni.
Hanno posto lastre
di cemento dinanzi
ai nostri occhi lucidi.
Non resta nulla di te,
se non il profumo,
che ancora pervade
queste stanze cupe,
questi muri gelidi.
Ci hanno rubato
gli accordi dell’anima,
consapevoli che eravamo
assuefatti dai loro sermoni.
In silenzio, lentamente,
ci hanno lasciato nudi,
incapaci di difendere
il sacro groviglio dei nostri cuori,
di rendere grazie all’altro.
Giorgia Vezzoli
La mia religione
La mia religione non crede, ricerca.
La mia religione non compie riti,
ma vive ogni manifestazione d’amore
come una celebrazione dell’esistere.
La mia religione non ha dogmi,
perché si mette in discussione.
La mia religione non cerca di imporsi,
di convincere, di persuadere.
La mia religione non pretende di essere migliore
ma ama tutte le forme di diversità.
La mia religione non ha gerarchie,
perché considera tutte le persone di pari importanza.
La mia religione non offre guide né maestri,
ma dà valore agli esempi.
La mia religione non ha potere.
La mia religione non ha un nome
perché, se l’avesse, qualcuno potrebbe volerla seguire.
E non sarebbe più libera.
La mia religione non insegna
se non a vivere nella sua assenza.
Gabriella Sica

Foto di Dino Ignani
La figlia non nata
Una figlia l’ho tenuta nel grembo
tre mesi d’improvviso colò il sangue
tra le gambe, quanto sgomenta
su un tapis roulant lunghissimo
e straniero io esangue a camminare
lei ribelle non voleva assomigliare
a me e già non mi chiedeva più niente
solo andare troppo presto via da me.
Giancarlo Stoccoro
Alcuni mandano all’aria infanzie
felici riempiono i balconi
di parole annodate
sono fiori senza gambo
Se ami le altezze
procurati un manuale
di arrampicata sugli alberi
non darti troppo peso
affidati all’ombra
già cresce nel cortile di casa
Michela Zanarella
Tornare nei luoghi delle trascorse memorie
Tornare nei luoghi delle trascorse memorie
ho temuto di non riconoscere più
il posto dove reclamavo stelle nel fieno.
Mi guadagnavo una carezza di sole
mentre provavo a crescere
sotto lo sguardo fiero delle montagne.
Rimbombava giù nel dirupo
l’eco della mia infanzia
come acqua di sorgente tra le rocce.
Avevo l’espressione di chi è capace
di far rivivere le voci assenti
ero presa a raccontare la neve di ieri
l’eternità aveva previsto che io conservassi
tutto ciò che si inerpica al cuore.