Matteo Pelliti


Desiderio di diventare un istruttore di karate

Un amico poeta mi ha suggerito
di non indulgere troppo
nel mettere i figli al centro dei versi
ma in questa estate in secca d’ispirazione
come di acqua piovana è una foto
di mia figlia a farmi riaprire la pagina
con quell’urgenza di scrivere qualcosa
per riuscire a conservarne traccia.

Lei su una canoa, con i compagni
di karate, insieme agli istruttori,
sorride, felice, negli occhi
la piena consapevolezza di sé quattordicenne
che fa di lei se stessa, è una serata
di fine corso, sul lago, al tramonto.

È allora che penso che vorrei essere
il suo istruttore di karate
perché conosce mia figlia
e perché passa con lei un tempo ininterrotto settimanale
– ho calcolato, tre ore –
per me invidiabile e poi perché lei dice
che in qualcosa ci somigliamo, lui e io,
spero sia forse il tentativo mio di praticare
una mitezza che non ho, una gentilezza indiscriminata,
la calma che non ho e che vorrei avere, mostrare,

e vorrei passare con lei il tempo che passa lui,
come quest’anno, che è diventata cintura blu,
come questo cielo senz’acqua,
questa estate in secca d’ispirazione,
questo tempo che continuo a inseguire con lei
meravigliosa e unica ragazza.

Scrivere sul margine (Interno Poesia Editore, 2023)

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Giovanna Zoboli

Ph. Barbara Rigon

Cammina cammina, questi bambini
passo dopo passo parola dopo
parola percorsi tutti i sentieri
esperite tutte le gole del mostro
questi bambini, cammina
cammina, ora dopo ora
storia dopo storia
segreto dopo segreto smarrita
finalmente la strada
scesa la notte e risorte tutte
le ombre degli orchi – questi bambini
dormono tranquilli
nel fondo buio della fiaba – la lucente
cavità del sogno – soli fra le braccia
del mistero – persi i genitori nel bosco
senza lieto fine di sassolini
senza briciole.

I bambini (Interno Poesia Editore, 2022)

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Cecilia Roda


/a·mà·re/

Una delle cose che più amo di te
è il tuo uso perfetto dei congiuntivi
e da quando ti ho conosciuto
non solo ti dedico il mio presente,
il mio passato, il mio futuro
e il mio trapassato remoto
che fa paura solo a dirlo
e che è già parecchio indicativo
ma anche, anzi soprattutto, il mio congiuntivo,
il condizionale e il gerundio
perché amando te ho visto
l’infinito.

L’amore da quando ci sei tu (Interno Poesia Editore, 2021)

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