Valerio Magrelli

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Il miracolo del riposo torna a compiersi,
l’accorto depositarsi delle gambe,
la cura della stanchezza che sparpaglia
le membra a terra, in gesti sigillati.
È il teatro metafisico del letto
che nasconde assorti bassorilievi:
un uomo corre e una donna alza la mano
per salutare il passante d’un sogno.
Nelle regioni della notte si snoda
la complessa meccanica dell’abbandono.
È una danza rituale che unisce
i termini del sonno, è il sonno stesso
in cui la carne diventa idea.
Ora la solitudine del braccio
si fa parola, nella linea
tracciata lungo il letto come un sentiero.
Così, secondo un ritmo vegetale
si alterna la respirazione della vita
e nel silenzio della mente
le sue radici di ossa cantano,
e nell’oscurità dell’occhio
la mano diventa pupilla.

 

Poesie 1980-1992 (Einaudi, 1996)

© foto di Dino Ignani