Adriano Spatola


1. Gennaio, forse

Neve e sale sono sentimenti dilatati
pensieri pensati per pensare con prudenza
a gesti intimi e alieni di un diagramma
che la vita offre appena sconsacrato
in giochi 0 enigmi in segni rosicchiati
nella zona sensibile della cute rugosa
del corpo congelato nell’apposito ghiaccio
parlo del suo corpo sbagliato e provocante
neve e sale sono un convincimento insultante
autolesionista insanguinato irritante
ma la pigmentazione è leggera e posata
strofinata con dita fredde e unghie corte
sbadatamente colpevoli di un po’ di morte
non per questo insincere o incapaci
anzi tenaci anche se troppo meccaniche
troppo umide bagnate oppure rugiadose
nel bianco della neve e del sale accecante
che il tempo nel frattempo può accumulare
intenerito per le vere verità che verranno
in gennaio che è il primo mese dell’anno

 

La piegatura del foglio (Guida, 1983)

Stanley Kunitz

kunitz

 

 

 

 

 

 

 

 

 

The Portrait

My mother never forgave my father
for killing himself,
especially at such an awkward time
and in a public park,
that spring
when I was waiting to be born.
She locked his name
in her deepest cabinet
and would not let him out,
though I could hear him thumping.
When I came down from the attic
with the pastel portrait in my hand
of a long-lipped stranger
with a brave moustache
and deep brown level eyes,
she ripped it into shreds
without a single word
and slapped me hard.
In my sixty-fourth year
I can feel my cheek
still burning.

 

*

 

Il ritratto

Mia madre mai perdonò a mio padre
d’aver rigettato la vita,
in un così duro tempo, poi,
e in un pubblico parco,
quella primavera
ch’io ero in attesa d’entrare nel mondo.
Serrò il nome di lui
nel suo ripostiglio più segreto
e mai più l’avrebbe di lì tratto fuori,
sebbene io lo sentissi talvolta picchiare.
Quando scesi giù dal solaio
in mano stringendo il ritratto
d’uno sconosciuto con lunghe labbra
e baffi da bravaccio
e oscuri occhi regolari,
senza una parola mia madre
l’afferrò e lo ridusse in brandelli
e con durezza colpì sul viso.
Ora sessantaquattrenne
sento la guancia
ancora bruciarmi.

 

Poesia del Novecento americano (Guida, 1978), a cura di T. Pisanti