Lucio Mariani

lucio mariani

 

Giochi d’acqua

Né una stella né un demone o un’avèrla
mi chiesero di esistere. Pure ti parla
ancora e ti sorride uno dei mille
e mille giochi d’acqua, un caso della forma,
la drupa lavorata dalle prove del tempo
fatta colma di sangue, che guardi e accarezzi.

Né una stella né un demone domanderà
quando vorrò morire. Ma insiste l’ora e l’ombra
si propaga sulla spalla, insiste nelle frazioni
e i multipli a devastare puntigliosamente
mentre rifiuto il fratello sconosciuto
che mi rende
i suoi occhi malati nello specchio.

Non mi chiede una stella di scrivere la vita
e con le dita stringere il sogno e la memoria.
Ma
la penna e l’ago della mia ferita.

 

da Farfalla e segno (Crocetti, 2010)