Gianluca Furnari


Chi sei che passi il muro
della cisterna con le dita, in fondi
vieti in covi d’erba? quale
soffio da te valica l’acqua ferma, sale
fino all’orlo di pietra
dove i bambini parlano del nulla?

Ma congiurano, invece – teste l’asino
d’oro sul tavolo, chiuse in fondo agli orci,
secche di rabbia le matrigne: avranno
ceri con sé domani per nutrirti;
per turbarti, fratello.

Allora dovrò uscire, lapidare i vivi e i morti.
«Guai a voi, figli persi,
che centosette piedi
fregando andate per i fondi vieti
verso le tre – se il tempo, il tarlo viva
di voi, che è già di me vissuto –
se vi si bruci il bacio a un tratto
in un atto unico, come per me a quel giro
sotto chissà che razza di comete.»

È per te questa strage, mio pupazzo
infruttuoso. Te ne accorgi?
È per poterci tendere la mano
da buoni; e poi l’insidia
un’altra volta, e un’altra, poi, la mano.

Poeti italiani nati negli anni ’80 e ’90. Vol. 2 (Interno Poesia Editore, 2020)

Foto di Riccardo Frolloni