Francesca Serragnoli

Ph. Daniele Ferroni

Camera 9

Si sono accorti della mia disperazione
loro lo sguardo
cioè niente

lo sguardo di ognuno
che non sa chi è l’altro

quella bifora gelata

quel portone fermato
dal legnetto delle tue mani

l’arcata viva della tua schiena
i fiori di plastica
davanti a Sant’Antonio

loro che non sanno chi è l’altro
che accendono una candela
sfregandosi i capelli

loro l’ospedale dei guardati
gli intubati di Dio

in quel viso sgangherato
legato a una cordicella
qualcuno getta
un pugno di semi
e li chiama con un fischio.

Non è mai notte non è mai giorno (Interno Poesia Editore, 2023)

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Francesca Serragnoli


Tutto barcolla
tutto ha sede nel suo sterminio
come un oboe
spezzato da un ginocchio.

Mentre tu lavi i piatti del tuo regno
l’aria frana nel vento
dalle finestre entra terra.

L’alba è matura
e recisa
nel tuo volto bivacca il mio cuore
si alza in piedi solo per tremare
una candela lo tiene fra le mani
come un labbro in agonia.

La quasi notte (MC edizioni, 2020)

Francesca Serragnoli


Abbracciarti è ridere fino a piangere
l’appartamento vola via come un cappello
o un foulard di storni impigliati al cielo

come tante formiche il sole
vaga sul tuo petto

lo sguardo perde se stesso in un filamento
che ritira e scuce un infinito slargo
ferita abbandonata dal sangue
le cui labbra scolorano come argini morenti

leva la luna lo spillo
la vita si stacca
in una cesta si tiene stretta
al tempo intrecciato intorno al suo calore

l’isola violetta, l’ondulato amore
le cui vele non hanno ombra.

 

Inedito

Francesca Serragnoli


Questa reticenza invade il mare
offre tè alle distanze alle rive
che increspano le dita nella tazza
raccolgono la schiuma con la lingua
il tuo cuore ridesta la mano a cobra
intravede l’acqua ricamata di brividi
sinuoso argomento che gira nello scheletro
il caos d’essere attraversati
da un altrui penoso silenzio
non più attraenti per alcun agguato
la medaglia del volto brillare a vuoto
con quel rintocco che lacera la piazza.

 

Inedito di Francesca Serragnoli

Francesca Serragnoli


Mai dovrebbero i tuoi occhi spegnersi
lasciano intravedere nebbie nei dintorni
spezzano raggi di sole come matite

a primavera, sciolto il volto contratto
rimane vedrai qualche vecchia foglia
uguale alle mani quando aprendosi
chiedono al sole di essere scaldate

un calore improvviso scuoterà il sonno
una nube si lascerà cadere

non sai cosa la pioggia spenga di questo sguardo
quale voragine offra la terra
cosa rimanga sospeso, intatto e cosa voli via
trascinando il filo che disfa l’aria.

 

© Inedito di Francesca Serragnoli

Francesca Serragnoli

Non dire mai il tuo sogno
A chi non ti ama

Joyce Mansour

è spettrale e improvvisa
la visione dell’acqua
sul finestrino dell’auto ferma
tutto scivola, tremolanti gli alberi i viali
chi hai amato scende
apre l’ombrello s’incammina
la sua figura comincia a disfarsi
ti sembra che sia laggiù
per i colori della giacca
ne vedi due forse quattro
poi più niente

 

© Inedito di Francesca Serragnoli

Francesca Serragnoli


Quando dai il cambio alle colline
al cielo esausto di febbraio, sconfitto
hai un chiaro delicato verde bottiglia
una dilagante profondità di fiume

quando vi date il cambio tu e il tramonto
a ritmi imprecisati
mi confondo e non so dove guardare

se dai il cambio al cielo
nel momento in cui si oscura
quando il blu mi lascia sola
l’infinito sceglie le tue mani

il vetro dell’eurostar trattiene
il prezioso peso di un’ombra
ferita da un riflesso
una divinità passeggera, tremante
che ha nei miei occhi
le sue candele.

 

© Inedito di Francesca Serragnoli

Francesca Serragnoli


Si dovrebbe avere il coraggio di morire
in un luogo dove la vita si ricompone
osservando un albero che abbiamo amato
portare mio padre lì, seduto
senza fare niente
insieme al vento dolce
che lo porterà via, un giorno
ora che rimanere fuori casa
non è più un pericolo
il sorriso del primo sole di maggio
ha per i vecchi il pudore di una madre
le rondini girano attorno
come una mano che sbatte
un uovo con lo zucchero
non c’è fretta, prenditi tutto il tempo
di mangiare e alzare gli occhi
contro quel volto scolorito
che torna a riprenderti la mano
ed io dividerò con lei
un cucchiaio e poi l’altro.

 

© Inedito di Francesca Serragnoli

Francesca Serragnoli

serragnoli
Ogni volto ha il suo vento
due dita fredde lo sfiorano talvolta
nel camminamento, il blu ha la vastità
di un arco e poi di un altro, il trucco
scende fino alle ginocchia
non osa toccare terra, lo trattiene
qualcuno che si volta
una parola detta a metà.

Seguiranno i giorni dove il bruciore
della quasi primavera conserverà
intatto lucido controluce
un raggio di vetrata, di polvere
ho scoperto che la notte mi guarda con soggezione
i suoi occhi bassi non riesco più
a incrociarli, il pianto è un lago freddo
dove nemmeno più riesco ad entrare.

 

© Inedito di Francesca Serragnoli

Francesca Serragnoli

serragnoli interno poesia
I tuoi occhi proteggono il ghiaccio
da un tonfo violento in mare
una glaciazione è la tua mano
chiusa fra cielo e terra
i tuoi passi sfogliano i cristalli
balene sepolte accanto a farfalle
hanno nascite fradicie, antiche
un grigio balzo è la neve
dai capelli scivola sulle guance
lì riaffiora il sangue.

 

© Inedito di Francesca Serragnoli