Fabrizio Bajec


Fondazione Dolores Olmedo

su due tele di Diego Rivera

1.

le nubi hanno cicatrici
che l’aquila non potrebbe mai conoscere
e il francese è pronto a morire
per mano dei resistenti dai grandi cappelli
il sangue produce curve e volute
tipiche del corpo di una montagna
sulla quale hanno piantato tre croci
una per l’imperatore e due per l’esempio
Dio non salverà il Messico da alcuna oppressione

2.

vestita sei un campo di mais
una distesa di miglio verde e fiero
di nutrire il suo paese
ma nuda sei una spiaggia di notte
un mare nero in movimento
con la sua spuma cinerea
carne da plasmare ventre vergine
anche dopo tanti figli scuri
gigante piegato sul suo utero
vulcano di passioni trattenute
e rilasciate con l’aiuto di un nettare d’agave

Sogni e risvegli (Amos, collana A27, 2021)

William Cliff


E che sia di nuovo questo bel vocabolario
attraverso cui la poesia ricomincia
a declinare il verbo che saprà spingere
la perfetta dizione dell’opera necessaria.

In seguito riapriremo un certo Baudelaire
che ha pronunciato la lingua come nessuno
l’aveva fatto con quell’asprezza francese
che il mondo intero ci invidia e che risuona

per molto tempo dopo che è stata ascoltata.
Così bisogna suonare a corda tesa,
assicurarsi che mai più si distenda,

e riprendendo l’opera senza artificio,
la consegneremo al mestiere affinché
enunci esattamente ciò che va detto.

 

Materia chiusa (Elliot edizioni, 2020), traduzione di Fabrizio Bajec