Erri De Luca

de luca

 

 

 

 

 

 

 

Due

Quando saremo due saremo veglia e sonno,
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.
Quando saremo due non avremo metà
Saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l’uguale di nessuno
e l’unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l’universo
diventerà diverso.

Solo andata. Righe che vanno troppo spesso a capo (Feltrinelli, 2005)

Erri De Luca

Erri-De-Luca

 

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente
e quello che oggi vale ancora poco.

Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che.

Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord,
qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.

Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.

 

Opera sull’acqua e altre poesie (Einaudi, 2002)

Erri De Luca


Proposta di modifica

C’è il verbo snaturare, ci dev’essere pure innaturare,
con cui sostituiscono il verbo innamorare
perché succede questo: che risento il corpo,
mi commuove una musica, passa corrente sotto i polpastrelli,
un odore mi pizzica una lacrima, sudo, arrossisco,
in fondo all’osso sacro scodinzola una cosa che s’è persa.
Mi sono innamorato: è più leale.
M’innaturo di te quando t’abbraccio.

Rivista “Poesia” (n.241, settembre 2009)

Erri De Luca

Erri-De-Luca

Intervento a una assemblea sul carcere

In Sarajevo circondata si poteva entrare
durante una diminuzione di proiettili.
Ma noi stasera non entriamo a Sarajevo
e niente spartiamo con chi sconta,
nemmeno il possesso di una chiave.
Da noi stasera il tempo trottola per strada,
sbanda in un vagone, si rigira in un letto a due piazze,
aspetta una telefonata,
stasera da noi il tempo fa le sue faccende.
Dentro la cella è chiuso,
corre solo in testa a chi non lo trascorre.
Un giorno chissà quando sarà l’ultimo,
il prigioniero uscirà incontro al tempo
che scodinzolerà tra le sue gambe
come un cane invecchiato.
Un giorno chissà quando
sarà di nuovo il primo all’aria aperta.
Ma noi stasera qui parliamo di prigione
come sazi che parlano di fame.
Siamo gli altri, quota eccedente ch’è rimasta fuori
per mancanza di spazio e di sfortuna.
L’unica mossa giusta sarebbe contro i muri
appoggiare l’orecchio così forte
da farli cadere.

Bizzarrie della provvidenza (Einaudi, 2014)