Ottiero Ottieri

© Photo ELISABETTA CATALANO

Oltre non amare,
non lavora, poiché pensa.
Il suo lavoro è il pensiero perverso.
Pensa al lavoro comune come un inerziale
smarrimento del tempo.
Nulla del tempo può andare perduto
al sommo sovrano,
a Colui che necessita di libertà generale,
di vasto spazio, che aborre
leggi esteriori sciocche, che mai
può impegnarsi.
Le interiori leggi, sacre, ramificano in un tempio
largo quale un lago come il mare;
intatto come un’altura dove la macchina
attende in libertà totale gli scatti interni,
le improvvisazioni previste.
Il pensiero perverso non ha tempo da perdere,
perde tutto il tempo nel mondo,
mira stranito il produttore di merci,
d’opere di “pensieri”, di spassi.
chi è costui che al mattino si leva,
si lava
commette, annette attende
con normoforia l’imprevedibile vita?
Accetta
il discontinuo del mondo,
tollera!
Oh, questa relativa potenza
come misera sembra (come divina)
a Colui che necessita dell’onnipotenza
interminata, dello sconfinato Pensiero
(ossessivo), dell’attesa sovrana sul trono
mentale alto come un pimpinnacolo,
vigile periscopio cui nulla sfugge
del tondo orizzonte totale.
Il pensiero ossessivo buca il lavoro –
vizio dogmatico del mondo –
d’ogni parte, lo sfarina, lo abbatte.
Egli ha il suo lavoro
straordinario.
Il comune lavoro
è una sorda
continuità terrestre,
mancanza
del piacere mentale disperato.

Il pensiero perverso (Interno Poesia Editore, 2022)

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Edoardo Albinati


La mia compagna vuol diventare un’altra
superando ogni limite, non mangia, non dorme
sogna che la vengano a prelevare
spezzando i ferri in un colpo
s’è inventata un nome nuovo
da peccatrice, col giuramento
fanatico di darsi la morte
se non manterrò le mie promesse.
Ho esitato un secondo prima di risponderle
per questo non mi parla più
e piange tutto il giorno:
il mare è torbido, le onde
ancora lo smuovono dal profondo.

 

Sintassi italiana (Guanda, 2002)

Edoardo Albinati


Il Graal

Hai mica visto il sacchetto di carta
con dentro le arance? Ne avevo scelta una
in particolare, una più piccola
scura, sporca, o l’hai già presa
e messa dentro a un piatto?
Eccola, guardala in mezzo al tavolo
splendere come il Santo Graal
prima di essere snudata dalla buccia
prima di essere da te spaccata.
Avremo la bocca piena del suo sangue.
Apri il libro a caso: fallo cadere a terra: scordalo.
Cosa hai imparato oggi, cosa hai dimenticato?
Il mondo è un’unica creatura
e ad essa senza saperlo ci muoviamo solidali
come le mani, come i piedi, come gli occhi
come tra le labbra le due file di denti
che congiungono masticando.

 

Sintassi italiana (Guanda, 2002)