Dimitri Milleri


Foto di Elena Agnoletti

Senti che pace qui: gli uccelli bevono
placidamente il buio senza grumi.
Era diverso allora, ti ricordi
quante candele accese dentro il cranio?
Raptus di clavicembali, frantumi
che non sai dire se sognati o solidi.

Dentro la notte carica di uranio
dormire tuttavia, riaprire gli occhi
sei ore dopo, crederle un istante,
stringere i denti e senza dire niente,
andare a Fiesole, suonare insieme.
Che avremmo dato allora per i cuori
che adesso dormono, dopo la pizza…

Sistemi (Interno Poesia Editore, 2020), prefazione di Maria Borio

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Dimitri Milleri


Accade sì, di immaginarti padre
o ufficiale o docente a spiegare
con leggerezza fibbie contro costole
umiliazioni e insonnia in parti uguali
certo che tutto, poi, trovi il suo posto
in un segreto intento, e di guardarti
come si guarda il vento che circonda
sé stesso dentro marzo, in ogni fronda,
pensando al figlio morto avanti tempo,
e all’ex allievo e al letto del cadetto.

Sistemi (Interno Poesia Editore, 2020)

Dimitri Milleri


Quando si abita il panico

Quando si abita il panico, lo sgomento,
nulla può essere pensato né agito:
la salvazione o l’abisso calano
inattesi come il bus invisibile
che traghetta a casa.

Nulla può essere pensato né agito:
suona la campana sugli arti mozzi
delle siepi, sul vento gelido,
sul compost svuotato, ci arresta
sui tris tracciati col gesso:
le cicatrici della pietra.

E quando ti chiedono- l’occhio vuoto,
le labbra secche,
la palpebra sfogliata-
che cosa hai mai, lo sai:
sai che non vogliono davvero,
che un crimine sarebbe il dire.

Quando si abita il panico, lo sgomento,
non si comprende il pianto dei parenti
sul trapassato,
come il dolore dentro un inciso.
Death shall have no dominion.

 

Poeti italiani nati negli anni ’80 e ’90. Vol. 1 (Interno Poesia Editore, 2019)