Erich Fried


ENTWÖHNUNG

Ich soll nicht morden
ich soll nicht verraten
Das weiß ich
Ich muß noch ein Drittes lernen:
Ich soll mich nicht gewöhnen

Denn wenn ich mich gewöhne
verrate ich
die die sich nicht gewöhnen
denn wenn ich mich gewöhne
morde ich
die die sich nicht gewöhnen
an das Verraten
und an das Morden
und an das Sich-gewöhnen

Wenn ich mich auch an den Anfang gewöhne
fange ich an mich an das Ende zu gewöhnen

*

DISASSUEFAZIONE

Non devo uccidere
non devo tradire
Questo lo so
Devo imparare ancora una terza cosa:
Non devo abituarmi

Perché se mi abituo
tradisco
quelli che non si abituano
perché se mi abituo
uccido quelli che non si abituano
al tradire
e all’uccidere
e all’abituarsi

Se mi abituo anche solo all’inizio
inizio ad abituarmi alla fine

Widerstand (Verlag Klaus Wagenbach 2018), traduzione di Daria De Pellegrini

Daria De Pellegrini


non era gioco la neve / né candore
il silenzio / rare e preziose le sere
che sola in casa facevo per me
tutta nuova una fede / resistere
per essermi degna / sul balcone
offrire nuda la pelle alla crosta
gelata / amarne gli aghi come prova
d’amore / la bocca aperta trasfonde
la vita / in un punto / uno solo / è
disgelo / la lingua quando sente
bagnato il sapore del legno non teme
le schegge / si cede e si tace / impegna
al segreto la comunione coi santi

 

Altalena sui larici (Interno Poesia Editore, 2019)

Marie Luise Kaschnitz


Diese drei Tage

Diese drei Tage
Vom Tod bis zum Grabe
Wie frei werd ich sein
Hierhin und dorthin schweifen
Zu den alten Orten der Freude

Auch zu euch
Ja auch zu euch
Merkt auf
Wenn di Vorhänge wehn
Ohne Windstoß
Wenn der Verkehrslärm abstirbt
Mitten am Tage
Horcht

Mir einer Stimme die nicht meine ist
Nicht diese gewohnte
Buchstabiere ich euch
Ein neues Alphabet

In den spiegelnden Scheiben
Lasse ich euch erscheinen
Vexierbilder
Alte Rätsel
Wo ist der Kapitän?
Wo sind die Toten?
Dieser Frage
Hingen wir lange nach

Zur Beerdigung meiner
Wünsche ich mir das Tedeum
Tedeum laudamus
Den Freudengesang
Unpassender-
Passenderweise

Denn ein Totenbett
Ist ein Totenbett mehr nicht
Einen Freudensprung
Will ich tun am Ende
Hinab hinauf
Leicht wie der Geist der Rose

Behaltet im Ohr
Die Brandung
Irgendeine
Mediterrane
Die Felsenufer
Jauchzend und donnernd
Hinab
Hinauf.

 

Gedichte (Suhrkamp Verlag, 1975)

*

 

Questi tre giorni

Questi tre giorni
Dalla morte fino alla tomba
Come sarò libera
Vagare qua e là
Ai vecchi luoghi della gioia

Anche da voi
Sì anche da voi
Fateci caso
Se le tendine sventolano
Senza raffiche di vento
Se il rumore del traffico si estingue
In pieno giorno
State in ascolto

Con una voce che non è la mia
Non questa abituale
Compito per voi
Un nuovo alfabeto

Riflessi nei vetri
Vi farò apparire
Figure enigmatiche
Vecchi indovinelli
Dov’è il capitano?
Dove sono i morti?
A queste domande
Siamo stati attaccati a lungo

Al mio funerale
Desidero il Tedeum
Tedeum laudamus
Il canto di gioia
Inopportuna-
Opportunamente

Perché un letto di morte
Non è più un letto di morte
Alla fine voglio fare
Un salto di gioia
Giù su
Leggera come lo spirito della rosa

Trattenete nell’orecchio
Il frangente
Un qualche
Mediterraneo
Le coste rocciose
Esultante e fragoroso
Giù
Su.

 

Traduzione in italiano di Daria De Pellegrini

Daria De Pellegrini

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Rape rosse

Da quando mia madre, bella la faccia affilata dai novant’anni,
con voce che pesca nel fondo
tradisce il rimpianto
di non aver avuto scarpe coi tacchi a sostenere le gambe
al tempo che erano buone, io
io, mio malgrado fedele a mio padre
che sciolto nel buio singhiozza,
esco nel campo a zappare rivoltando rabbiosa zolla su zolla
per trovare la terra
e piantarvi le rape rosse che come noi grossolane nel sangue
sapranno soltanto
sporcarmi di lutto e vergogna le mani.

 

© Inedito di Daria De Pellegrini