Mio corpo
immerso nei segni
di mutamento, vólto
che strema la sua cera,
spargi la quiete
che fu ardore, asseconda
lo slancio e la caduta,
la mira è caparbia
tra una linea e un sussulto
a distrarre le correnti
e i precipizi acerbi
– pretesto di chi s’incorda
alla fatuità della lotta e finge
l’audacia di tirare la coda
al tempo.
La dimora insonne (Moretti & Vitali, 2020)