Ama
Interrogo il cielo, la terra e il monte,
interrogo la piana che mi torna in mente,
interrogo gli uomini-uccello che un tempo cantarono per me.
La scatola dei preziosi non è più tornata,
penso ai fantasmi del presente, le mille ombre da cui mi faccio risucchiare,
ostinata e tremenda
come l’acqua
ho smesso di credere ai padri e alle madri,
e finalmente li vedo come tanti figli felici,
ho smesso di fidarmi di chi non crede alla generosità senza ritorni,
e finalmente li vedo come tanti fiori fragili,
ho smesso di scrivere molte volte
perché non ce la facevo ad ascoltare tutti i lamenti del mondo.
Non ho più spazio per la pace, il perdono e la pietà
è tempo di tagli, cambi di rotta e di riscatto.
Mangiano i fichi al sole,
il gioco della luna sull’acqua,
il faro che rompe ogni magia,
tutto quello che non si dice,
tutto quello che non si vede.
Io e il tatto.
Io e tutto quello che ancora non so di me.
© Inedito di Daniela Allocca