1ª poesia più letta del 2019

di Costantino Kavafis

Quanto più puoi

Farla non puoi, la vita,
come vorresti? Almeno questo tenta
quanto più puoi: non la svilire troppo
nell’assiduo contatto della gente,
nell’assiduo gestire e nelle ciance.

Non la svilire a furia di recarla
così sovente in giro, e con l’esporla
alla dissennatezza quotidiana
di commerci e rapporti,
sin che diventi una straniera uggiosa.

 

53 poesie (Mondadori, 1996), traduzione di Filippo Maria Pontani

Poesia pubblicata il 23 gennaio 2019

Costantino Kavafis

Quanto più puoi

Farla non puoi, la vita,
come vorresti? Almeno questo tenta
quanto più puoi: non la svilire troppo
nell’assiduo contatto della gente,
nell’assiduo gestire e nelle ciance.

Non la svilire a furia di recarla
così sovente in giro, e con l’esporla
alla dissennatezza quotidiana
di commerci e rapporti,
sin che diventi una straniera uggiosa.

 

53 poesie (Mondadori, 1996), traduzione di Filippo Maria Pontani

Costantino Kavafis

kavafis

Dipinto

Io curo il mio lavoro e lo amo.
Ma oggi mi avvilisce la lentezza del comporre.
Il giorno mi è di peso, una presenza
sempre più scura. Piove e tira vento.
Mi appaga più il vedere che il parlare.
Il quadro che ora guardo è un bel ragazzo
sdraiato accanto alla fontana, forse
stanco di avere corso molto.
Che bel ragazzo; il divino meriggiare
lo ha catturato per fargli prender sonno.
Resto così, lo guardo a lungo. E nell’arte
di bel nuovo mi riposo dal lavoro dell’arte.

 
Settantacinque poesie (Einaudi, 1992), trad. it. N. Risi e M. Dalmàti

Costantino Kavafis

Costantinos Kavafis

 

Morte di un generale

La mano tesa della morte sfiora
la fronte di un glorioso generale.
La sera la notizia è su un giornale.
S’affolla dell’inverno la dimora.

Ormai i dolori gli hanno atrofizzato
gli arti e la lingua. Ma lo sguardo gira
e a lungo oggetti familiari mira.
Impassibile, pare un eroe del tempo andato.

Di fuori: avvolto nel silenzio, immobile l’aspetto.
Dentro: marcio d’invidia per la vita, abietto,
lebbra e lussuria, ira e perfidia, stolido dispetto.

Geme profondamente. – Spira. – È lagna cittadina:
“La sua morte, per la nostra città che gran rovina!
Che sciagura, con lui ogni Virtù declina!”

 

Poesie segrete (Crocetti, 2011), trad. it. N. Crocetti