Giuseppe Nibali

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Scrivi pennellate nuove
diverse
stese sul foglio le ossa
riverse, le spighe e
le macine in frantumi
schiacciano al cielo una
notte di ventri – fitomorfi
come d’agave come di zagara – zoomorfi
come di cagna.

L’isola ha i seni vizzi
l’uva pesta
il mosto è uno sperma
mostruoso, un mirtillo
protruso che ha una faccia
di baffi

dipingete questa Sicilia
che non rimanga impunita
la prigionia splendente.

 

da Come dio su tre croci (Affinità Elettive, 2013)