a Edoardo Sanguineti
Se anche sapessi, e forse so,
che il destino nostro è niente
ma se una donna ascolto dietro una parete
o un suono dei passi sull’ultimo selciato
o una risata schietta, senza fretta
o bacio una bimba che dice: io non sono malata,
al gioco del massacro allora non ci sto,
preferisco del linguaggio quel che ha di divino
e non m’importa, amici, di ciò che direte,
parlo da ingenuo (come Freud), do per scontato
il male e cerco il bene, disperata-mente.
Yellow (Mondadori, 2002)