Waldo Leyva

La distancia y el tiempo 

Tú estás en el portal, apenas has nacido
caminas hacia el mar y cuando llegas:
tienes el pelo blanco y la mirada torpe.
Desde la costa se ven las tejas rojas de la casa.
Si quieres regresar, ya no es posible;
a medida que avanzas se borran los caminos.
Tu camisa de niño aún está húmeda
y veleta de abril en el cordel
indica para siempre la dirección del viento.
Qué gastadas las uñas,
qué frágil la memoria,
qué viejo tu zapato por la arena.

 

*

 

La distanza e il tempo 

Tu sei nell’atrio, sei appena nato
cammini verso il mare e quando arrivi:
hai i capelli bianchi e lo sguardo goffo.
Dalla costa si vedono le tegole rosse della casa.
Se vuoi tornare, oramai non è possibile;
man mano che avanzi si cancellano i sentieri.
La tua camicia di bambino è ancora umida
banderuola d’aprile sulla corda
indica per sempre la direzione del vento.
Che consumate le unghie,
che fragile la memoria,
che vecchia la tua scarpa per la sabbia.

 

© Traduzione in italiano di Antonio Nazzaro

Maria Luz Albuja Bayas


Sfiorami con le tue ali per sapere che esisto
anche se non so di coordinate
ed ho perso i segnali che potrebbero essere il mondo

Sento il latte caldo a punto di schizzare dal mio petto
ma non posso vedere.
Non trovo gli orifizi che mi lascino scorgere la luce.

Intuisco il ventre abitato
a punto di ballare con la musica
che solo io sento dentro
ma non posso vedere.

Aspetto nella strada vuota
sotto lo sguardo omnisciente della città.

Sfiorami con le tue ali
con le tue mani allevia il mio fuoco
per sapere se ancora esisto.
Per sapere se per caso devo continuare ad aspettare.

 

*

 

Rózame con tus alas para saber que existo
aunque no sé de coordenadas
y he perdido las señales que podrían ser el mundo.

Siento la leche caliente a punto de saltarme del pecho
pero no puedo ver.
No encuentro los orificios que me permitan atisbar la luz.

Intuyo el vientre habitado
a punto de bailar con la música
que sólo yo escucho hacia adentro
pero no puedo ver.

Espero en la calle vacía
bajo la mirada omnisciente de la ciudad.

Rózame con tus alas
con tus manos alivia mi fuego
para saber si aún existo.
Para saber si acaso debo seguir esperando.

 

© Versione italiana di Antonio Nazzaro

Nana Rodríguez Romero


Ars felina

El gato duerme y se cierra sobre sí mismo
el tiempo no existe para su sueño de veinte horas
mientras mi alma lo observa en la vigilia de las tardes.
Me detengo ante sus ojos que no parpadean
y pienso si el misterio está en esa quietud verde
en la perfecta simetría de su movimiento,
quizá deambulas por palacios del antiguo Egipto
o pisas como una bailarina las huellas del abismo…
¿Acaso sabes de la noche de los despojos
o las hogueras de la Inquisición
cuando los cuerpos eran brasas que se extinguían bajo el cielo?
¿Qué sabes de mí, cuando me rozas en silencio
y te arqueas como una sinfonía de piel bajo mis manos?

 

*

 

Ars felina

Il gatto dorme e si chiude su se stesso
il tempo non esiste per il suo sonno di venti ore
mentre la mia anima lo osserva nella veglia del pomeriggio.
Mi fermo davanti ai suoi occhi che non muovono ciglio
e penso se il mistero è nella tranquillità verde
nella perfetta simmetria del suo movimento,
forse passeggi per palazzi dell’antico Egitto
o tocchi come ballerina le impronte dell’abisso…
Forse conosci la notte delle privazioni
o il rogo dell’inquisizione
quando i corpi erano braci che si spegnevano sotto il cielo?
Cosa sai di me, quando mi sfiori in silenzio
e ti incurvi come una sinfonia di pelo sotto le mie mani?

 

© Inedito tradotto da Antonio Nazzaro

Antonio Nazzaro


Vorrei vederti come sempre
distesa alla finestra a spostare le nuvole gesto della mano
scorrere invisibile delle auto asfalto canterino del mattino
va al lavoro all’ombra di manghi e guacamayas
e non un fumogeno incendiato nel cielo di molotov
piova umanità o non ci sarà terra al seminare

 

Appunti dal Venezuela (Edizioni Arcoiris, 2017)

Juan Arabia

juan_arabia
Noche de Beddoes

Como un enorme pájaro que se interpone
entre el sol y la especie,
llega la antigua noche
con su ojo nublado
y sus heladas de cangrejo.

La misma noche de Caedmon,
en la que los fugitivos tuvieron descanso.
La misma noche de Blake,
en la que lobos y tigres aullaron
esperando encontrar su destino.

Cae con una vista cegadora.
Cae sobre los hombres salvajes
que cantaron y bailaron sobre
la bahía verde, las costas de su camino.

La misma noche de Whitman,
en la que describió las pálidas
caras de los marginados.
La misma noche de Beddoes,
que lanzó sobre el mundo su plumaje de niebla.

 

*


Notte di Beddoes

Come un enorme Uccello che s’interpone
tra il sole e la specie,
arriva l’antica notte
con il suo occhio rannuvolato
e le sue gelate di granchio.

La stessa notte di Caedmon,
in cui i fuggitivi trovarono riposo.
La stessa notte di Blake,
in cui i lupi e le tigri ulularono
sperando d’incontrare il loro destino.

Cade con una vista accecante.
cade sugli uomini selvaggi
che cantarono e ballarono sulla
baia verde, le coste del loro andare.

La stessa notte di Whitman,
in cui descrisse le pallide
facce degli emarginati.
La stessa notte di Beddoes
che lanciò sul mondo il suo piumaggio di nebbia.

 

© Inedito di Juan Arabia

© Traduzione italiana di Antonio Nazzaro