Maternità
Immahut
אימהות
di Anna Segre –
Grazie a dio,
che forse esiste,
niente figli.
Grazie a un caso
o a una scelta istintiva
o a una remora
che ha trascinato la questione
fino oltre il limite,
non sarò io
ad abbandonare.
Non sarò
la tua risposta sbagliata,
la tua delusione più cocente,
il demone che ti porti dentro.
Non sarò io
il primo tradimento,
il coltello ficcato in gola,
il fantasma che ti segue
in sogno,
l’ombra lunga delle giornate
fredde.
Non sarò io
la viscerale incomprensione,
il ricatto fino all’ultimo respiro,
il picchetto sbandierato d’amore
oltre il quale la disubbidienza
entra nell’illegale biblico.
Lontana più di un metro,
la lama della mia lingua non ti taglia,
ti sfiora.
A una distanza antalgica
i miei tentacoli di bisogno
non arrivano ad avvilupparti,
a soffocarti.
La gioia
di non sapere
che significa
quel potere senza controllo;
di non aver dovuto capire
la fatalità dei miei difetti
addosso a qualcun altro.
Il sollievo di non sentire mai
lo strappo dalla mia pancia,
l’altro da me, che è stato me,
e che mi accusa.
La certezza che nessun processo
né nessuna gogna
saranno mai come un figlio
che ti imputa le tue vere colpe.
Un angelo ha steso la sua ala
sulla mia testa,
e mi ha risparmiato
dalla conoscenza carnale
della maternità,
dalle quinte di dolore
che questo teatro
vuol farmi credere di amore.
La distruzione dell’amore (Interno Poesia Editore, 2022)
Poesia pubblicata il 21 gennaio 2022