Patrick Kavanagh


Un anno fa mi innamorai del reparto
Di un ospedale: stanzette quadrate e allineate,
Semplice calcestruzzo, lavelli – un obbrobrio per un esteta,
Senza considerare il russare del vicino di letto.
Ma nulla di nulla è estraneo all’amore,
L’ordinario e il banale può conoscere il suo calore.
Il corridoio conduceva a una scala e sotto
C’era l’inesauribile avventura di un cortile di ghiaia.

Questo è ciò che l’amore fa alle cose: il ponte di Rialto,
Il cancello principale che fu incurvato da un pesante camion,
La sedia in fondo a un capannone che era un’esca per il sole.
Dar nome a queste cose è l’atto d’amore e la prova che esiste;
Perché dobbiamo registrare il mistero d’amore senza sproloqui,
Carpire al tempo l’intensità di ciò che passa.

 

Andremo a rubare in cielo (Ancora, 2009) trad. it. S. Simonelli

Thomas Merton

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Love Winter When the Plant Says Nothing

O little forest, meekly
Touch the snow with low branches!
O covered stones
Hide the house growth!

Secret
Vegetal words,
Unlettered water,
Daily Zero.

Pray undistracted
Curled tree
Carved in steel –
Buried zenith!

Fire, turn inward
To your weak fort,
To a burly infant spot,
A house of nothing.

O peace, bless this mad place:
Silence, love this growth.

O silence, golden zero
Unsetting sun

Love winter when the plant says nothing.

 

*

 

Ama l’inverno quando la pianta tace

O piccole selve, umilmente
Sfiorate la neve con i rami bassi!
O pietre ricoperte
Nascondete la dimora dove tutto cresce!

Segrete
Parole vegetali,
Acqua non scritta,
Zero quotidiano.

Prega indisturbato
Albero ritorto
Inciso nell’acciaio –
Zenith sepolto!

Fuoco, volgiti all’interno
Al tuo debole fortino,
A un solido luogo d’infanzia,
Dimora del nulla.

O pace, benedici questo luogo folle:
Silenzio, ama questo crescere.

O silenzio, zero dorato
Sole che non tramonta

Ama l’inverno quando la pianta tace.

 

Che la mia sete diventi sorgente (Ancora, 2015), trad. it. F. Cosi, A. Repossi

Jan Twardowski

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Ode allo sconforto

Povero sconforto
mostro onesto
t’infastidiscono terribilmente
i moralisti ti fanno lo sgambetto
gli asceti ti prendono a calci
i santi ti fuggono come la peste
i medici prescrivono bustine per farti andar via
ti chiamano peccato
eppure senza di te
sarei sempre sorridente come un maialino nella pioggia
cadrei in un’estasi bovina
disumana
terribile come un’arte senz’uomo
immaturo davanti alla morte
sola accanto a me

 

da Sullo spillo (Ancora, 2012), trad. it. Stefano Radaelli.