(a Sarnano)
Quel giorno che andammo
a fare il tour delle cascate,
alla prima eravamo già stanchi.
Voltandomi ho notato
la fronte grondante,
lo sguardo perplesso,
il passo largo di chi
preferisce una comoda poltrona.
Ma abbiamo proseguito,
ti sei sacrificata,
perché io ero curioso
di vedere la seconda, la terza,
volevo in faccia gli zampilli
dell’acqua,
sentire il profumo di muschio
del sottobosco.
Così, giunti all’ultima,
ho sperato
che per te dietro alla cascata
apparisse la scritta “Grazie”
con gli strass e i caratteri cubitali,
invece non è apparso nulla
e anch’io non sono stato capace
di dire nulla,
come faccio sempre,
come tutte le volte
che non parlo
e una carezza mi resta tra le mani.
Quando l’aria aveva paura di Nureyev (2021, Terra d’ulivi).
I versi di Piergiorgio Viti traslano in poesia “la semplicità che è difficile a farsi” di cui scriveva Bertolt Brecht. Chi avrà l’intenzione e la fortuna di leggere le poesie di Viti, capirà quanta ragione e lungimiranza vi fossero nei famosi versi di Umberto Saba ove egli descriveva il personale incanto per “la rima fiore/ amore,/ la più antica difficile del mondo”.
In un marasma di poeti che hanno ben poco da dire e che spesso nascondono tale vuoto dietro uno specchio di complessità e studiata confusione, la poesia di Viti è una preziosa rarità. Il Poeta si smarca da questa “nebbia di idee” riuscendo a vedere e cogliere con sorprendente lucidità cosa si cela negli apparentemente semplici gesti del vivere quotidiano; e lo fa senza scaderemai nell’ovvio o nel banale, restituendo altresì al lettore una profondità di visione totalmente nuova, introspettiva e linfa di sferzanti riflessioni. Piergiorgio Viti sembra volerci ricordare che prima di confrontarci con l’inconosciuto, dovremmo affrontare la realtà che ci circonda e i nostri personali abissi. Viti sa bene che la Poesia in fondo ci circonda, si nasconde ovunque, in “alto” come in “basso”, ed egli sa scovarla e sa portarla alla luce. Una poesia non solo ricca nei contenuti, ma anche avvolgente nella sua stesura: Viti conosce bene la lingua che utilizza, sa dosare magistralmente le parole sino a forgiare versi tanto asciutti quanto musicali. Se è vero che (tornando ancora una volta ad Umberto Saba) “ai poeti resta da fare la poesia onesta”, allora Piergiorgio Viti ne è uno dei più degni esponenti.