Fosca Navarra


Gioia

Sfoglio con le palpebre
quel saturo romanzo
che mi accade
e reca il peso
dei miei troppi e pochi anni
e delle rade scie
di gioia immaneggiabile,
che è come il tempo,
il grumo della sabbia
ormai schiantato.
Nulla è più mortale,
nulla più ricorda a un uomo
il termine del libro
e della corsa delle pagine
e la mano che si affretta
a dare loro un senso
prima di quel tempo
in cui non sa neppure
se gli rimarrà una penna.
E questa è gioia,
è l’attimo in cui sfioro con le dita
l’angolo del giorno,
è il suo tramonto
quando chiama a sé la sera
e mi sovviene il tempo
e la sua arsura
e con un gesto impallidito
scosto la carezza
poco prima
ben accetta
della morte.

 

Inedito

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