L’ora delle lucertole
Nell’ora delle lucertole
quando la lama dell’arsura
trafigge le finestre,
cala il silenzio tra i condòmini
e in me, alla controra, il ricordo di casa.
E ricordo; ricordo le voci dei bambini,
i passi dei piedi nudi sull’asfalto rovente,
i cortili tra i terratetti
con le vedove sedute a respirare.
S’innalzava, per aria, l’odore
di terra e di contado
in quel vento imperituro che veniva dal mare.
Esplodeva, tutt’attorno, la luce del meriggio:
nel riposo dei vecchi, nei letti quieti degli amanti,
scaldava i cuori alle ragazze innamorate
nella noia delle loro famiglie borghesi.
Nell’ora delle lucertole;
quale malinconia discerne un singolo raggio di Sole?
E quale raggio mi svelerà ancora il volto che cerco?
Non v’è grazia in questo fuoco,
poiché fiamma qui non tocca.