Io non ho mani
che mi accarezzino il volto,
(duro è l’ufficio
di queste parole
che non conoscono amori)
non so le dolcezze
dei vostri abbandoni:
ho dovuto essere
custode
della vostra solitudine:
sono
salvatore
di ore perdute.
Io non ho mani (Bompiani, 1948)
A salvare non sono tanto le parole ma la Parola e nel silenzio spende l’Amore vero