Anna Achmatova


Ho imparato a vivere con semplicità, saggezza,
A guardare il cielo e pregare il Signore,
E prima di sera vagare lungamente
Per stancare un’inutile angoscia.

Quando fruscia nel burrone la bardana
E il grappolo del sorbo giallo-rosso appassisce,
Compongo versi pieni di gaiezza
Sulla vita caduca, caduca e bella.

Ritorno. Mi lecca la mano un piumoso
Gattino, fa le fusa più lusinghevole,
E un lume vivo si accende
Sulla torretta alla segheria del lago.

Solo di rado rompe la quiete il grido
Della cicogna che si posa sul tetto.
– E se tu picchi allora alla mia porta,
Mi pare che nemmeno potrò udire.

Rosario, 1914, traduzione di Bruno Carnevali e Paolo Galvagni

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