Barbara Giuliani

il baccalà di madonna verona

la mia vista assolata
assolta
in questa piazza di collina marina,
stento a respirare, trattenere
la cartolina, i grilli muoiono
su arbusti incendiati, a tredici passi
da me, un uccelletto smagrito
tenta il volo guardando a nord.
la direzione presa, intra,
clave o bestia, ammalami
in questa giornata, torrido il buio
e vedremo insieme per la prima volta
come realizzare un triangolo isoscele e
non sapere cosa farne.
ci guardiamo la punta
dei piedi per non demolire
l’ombra dell’altro.
chiudi le orecchie, atterriamo
nel dirupo di carne domestica.
mondo cane
jacobina bienebol
tu non sai nemmeno chi sia
lascia condurti in questo vicolo desolato,
di umore, un punto geografico trasformato
in essere umano, il capovolgimento di un senso
frullando ingredienti a caso.
vorrei sole cuore amore,
baccalà, in fondo
mi manca il baccalà, non
vorrei altro che baccalà,
baccalà
baccalà
baccalà
baccalà
baccalà
pagine intere di baccalà,
stramilioni di quintali di baccalà.
nel nostro frigo ci sono ventotto scatole di sale marino grosso.
non nevicherà sotto il balcone, non andremo a verona, non avremo un pezzo da cinque euro nel portafoglio, e spezzeremo una caramella in due. dimenticheremo il baccalà, così come abbiamo perdonato il ferro da stiro acceso per tre giorni. madonna quanto mi manchi.

Bianca (Neo Edizioni, 2022)

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