C’erano Ike e Tony e Jacque e il sottoscritto
Che giravano per il centro di Schio
Tre giorni di licenza e ti senti un gran dritto
Sbronzi duri ma l’occhio aperto e fitto
Si guardava com’erano fatte, loro e io.
Solo com’eran fatte, santo Dio.
Perché la faccia non interessa quando hai solo tre giorni di licenza
Né ad Ike né a Tony né a Jacque né al sottoscritto.
La faccia è gratis, la guardi, ne hai diritto
Ma una caviglia ti costa sofferenza
Perché la caviglia è un segno.
Buono è il cognac anche se Martel non è,
La caviglia ha segreti che tiene per sé.
Certe volte li serba, o li scambia con te.
Fra tre giorni saremo di nuovo all’inferno, ecco perché
Non ce ne importa un fico se anche lei Martel non è.
da 88 poesie (Mondadori, 1998), trad. it. Vincenzo Mantovani
Amo Hemingway da sempre e senza riserve.
Non lo conoscevo come poeta.
Ora che ne ho letto un saggio (sebbene sia una briciola) ho la conferma di non avere mal riposto la mia passione di sempre. 🙂
Credo valga la pena segnalarlo.
https://www.facebook.com/museohemingway?sk=photos
Ne ignoravo l’esistenza. Grazie.
Un grande narratore che si improvvisa poeta. Lo preferisco nella prima veste.
Non posso dire che non mi infastidisca, vista la trattazione dell’argomento e il paragone donna-cognac, e quello che questo testo esprime. Detto questo e messo il tutto in un contesto diverso, anche se irritante, Hemingway lo amo da sempre (di più come narratore, però).