Manuela Giasi


Shake your feelings

Pesca, gancio,
scendi più che puoi.
Lenza, calati nel pozzo,
nell’abisso che non sai di avere.
Raccogli lo stacco netto della fine,
il taglio preciso della conclusione,
la triste nenia dell’addio.
Pescali dentro di me
con aghi ed ami aguzzi,
come pesci argentei.
Usa reti e canne e uncini
per raccattarli su,
tirarli fuori all’aria
e poi rigettarli dentro me
più aperti e sciolti, meno spaventosi,
perché dovranno farmi compagnia.
La desolazione nitida del vuoto
che si apre e andrà riempito
con pazienza, e con una mano che ripete
silenziosa gesti conosciuti e lisci
come stoffe che ti confortano la sera.
Sapere che ti abituerai,
e che non sarà poi male questo giorno.
E nonostante la rabbia e la distanza,
e la delusione che ti si è insinuata dentro
come acqua stagnante in una crepa,
producendo umido e perdendo gocce
dal soffitto,
qualcosa collassa e ti si rompe dentro
malgrado la durezza
che eri convinta fosse tua
come il fazzoletto nella borsa.
Anni, decenni ed angoli,
volti, vestiti e nomi e muri
che scompariranno nel passato
contro la tua volontà,
più forti, freddi, pietrosi e indifferenti
alla tua apparente, e finta, indifferenza.

Inedito

2 pensieri su “Manuela Giasi

  1. Scusate, non potete pubblicare qualsiasi cosa e chiamarla poesia. Ne va anche della vostra credibilità. Ve lo dice una persona che vi segue e ha comprato pure diversi libri da voi pubblicati. Ma da tempo proponete testi come questi che finiscono per demoralizzare anche i vostri più fedeli lettori.

  2. I primi quattro versi e gli ultimi sei, sono di grande forza per esprimere la voragine in cui ci getta la perdita. Il dolore, fortunatamente, viene a ondate ricorrenti: solo per questo lo sopportiamo, e ogni tanto rialziamo la testa, o prendiamo la penna. Poeta coraggiosa.

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